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Velletri scrigno di tesori archeologici a due passi da Roma

25bassorilievoVelletri

di Claudio Manari

Come di consueto, ogni anno, col sopravvenire della bella stagione, lo scrivente, insieme al maestro Ciro Cellurale (nella foto a destra), pittore ormai noto internazionalmente, appassionato promotore delle bellezze artistiche italiane, allo scopo di divulgare il più possibile il patrimonio culturale dei paesi e borghi meno conosciuti della penisola, si reca in località che spesso sono trascurate dai turisti, in quanto non sempre inserite nei tour proposti dagli operatori di settore.14CiroVelletri

Tali realtà meritano invece maggiore attenzione e pertanto è sempre un piacere descriverne le più importanti testimonianze artistiche allo scopo di invogliare ad una visita e a maggiori approfondimenti.

Velletri, meta scelta in questa occasione è un comune che si trova ad una quarantina di km da Roma e che sorge nell’area dei Castelli Romani.

Antichissima città dei Volsci (Velester, e Velitrae in latino) e già autorevole al tempo di Anco Marzio, tanto da poter trattare alla pari con Roma, lo storico Dionigi d'Alicarnasso la definisce "illustre".

Dell'antica Velitrae, città dei Volsci e poi colonia romana, restano diversi reperti, raccolti parte in sito nel Museo Civico Archeologico e nel Museo Diocesano, parte in vari musei italiani ed esteri.

In età romana esistevano a Velitrae templi pagani dedicati ad Apollo, Ercole, Marte. La presenza di una basilica civile, attestata da un brandello di iscrizione murata in una casa sull'attuale piazza Caduti del Lavoro è stata ipotizzata, così come l'esistenza in Velitrae di un anfiteatro romano, la cui presenza oltre che in un'iscrizione rinvenuta nel 1565 è provata da una curva nel tessuto viario nell'area adiacente il Palazzo Comunale.

13statuaVelletriNel 1784, nell'ambito di lavori nella Chiesa delle SS. Stimmati di San Francesco, venne rinvenuta scavando la nota lamina bronzea di Velletri, di fabbricazione volsca, e 16 lastre di rivestimento, di provenienza etrusca, appartenenti ad un tempio etrusco-italico del VI secolo a.C. Tutto il materiale è conservato al Museo Nazionale Archeologico di Napoli.

Fuori l'abitato, nelle campagne in località San Cesareo è stato identificato il sito della Villa degli Ottavi, residenza sub-urbana della gens Ottavia e di Ottaviano Augusto, nonché unica villa romana del territorio veliterno. Scavata accuratamente di recente, se ne sono trovate ben poche tracce: una cisterna di età repubblicana a tre navate della dimensione di 15.05x13.20, unica nel suo genere per l'utilizzo di archi ogivali, e un mosaico sul quale è stato collocato un palo dell'ENEL.

Un'altra cisterna romana esiste in località Capanna Murata, e prende nome di Cisterna di Centocolonne. Rinvenuta nel 1982 lungo l'antico tracciato della via Appia, è stata coinvolta nell'area di una lottizzazione.

Ancora una cisterna romana delle dimensioni di 25.80x11.60 è stata trovata in località Civitana, su un terrazzo artificiale di dimensioni 120x120 a ridosso dell'antica via Appia.

Le testimonianze della ricchezza archeologica di Velletri sono mirabilmente rappresentate nell’allestimento del Museo Civico Archeologico, che oltre a trovarsi in una splendida posizione, dalla quale si gode un meraviglioso panorama, è un Museo che merita una particolare attenzione per la cura con la quale sono stati esposti i materiali provenienti dagli scavi condotti nel territorio.13sarcofagoVelletri

Il Museo, intitolato all’ingegner Oreste Nardini Ispettore Onorario ai monumenti e agli scavi di Velletri, venne inaugurato nel 1920 ma durante la seconda guerra perse molte delle sue opere. Nel 1955 fortunatamente grazie a Ferruccio Tata Nardini, la raccolta si arricchi’ di uno dei suoi reperti più preziosi: il monumentale  “Sarcofago di Velletri” o "Sarcofago delle fatiche di Ercole", riacquistando nuovo prestigio.
Dopo un lungo periodo di chiusura, nel Giugno del 1982, la struttura venne riaperta con un nuovo allestimento scientifico ma, per alterne vicende, si continuarono a susseguire periodi di chiusura e riapertura finché, nel 1992, il Comune, assegnando all’istituzione museale l’organico minimo richiesto dalla Regione Lazio, assicurò stabilmente la gestione e pubblica fruizione delle raccolte.

Nel 1998 venne avviato un nuovo intervento di ristrutturazione e ampliamento, finanziato dalla Regione Lazio e completato nel 2001, grazie al quale la struttura museale fu adeguata alle più recenti normative in materia di sicurezza, conservazione e valorizzazione. 

Si arricchisce anche di una biblioteca specializzata, di un laboratorio di restauro, due depositi, una sala conferenze e diversi uffici, rinnovando nel contempo l’allestimento delle raccolte e i criteri espositivi. E’ appunto nel Nel 2001, in occasione di quest’ultima riapertura, che il Museo viene anche intitolato ad Oreste Nardini

12StatuadallaltoVelletriIl Museo è inserito nell’Organizzazione Museale Regionale e costituisce con l'altro museo civico dedicato alla Geopaleontologia e Preistoria dei Colli Albani e con il museo Diocesano il Sistema Museale Urbano di Velletri. Dal 2004 è stato insignito del “Marchio di Qualità” in quanto “costituisce un punto di eccellenza nell’organizzazione museale regionale”, riconoscimento che da allora gli viene riconfermato ogni anno.

Il museo presenta un allestimento distribuito su due piani, secondo un ordinamento cronologico e tematico volto alla ricomposizione del quadro storico – evolutivo (ambientale ed umano) dell’area veliterna. Interessanti soluzioni allestitive rafforzano la leggibilità di alcune opere, come per le lastre delle S.S. Stimmate, o ne raccontano la funzione originaria, come per gli ex voto disposti a ricreare una favissa. Di grande effetto esplicativo è anche la ricostruzione di una sepoltura preistorica e quella di un colombario.

C’ è da dire però che buona parte delle opere più pregevoli, come la Pallade di Velletri, la cui copia accoglie il visitatore nel monumentale corridoio di ingresso, è conservata al Louvre di Parigi e dunque lontana dal luogo del ritrovamento.

Il sarcofago delle Fatiche di Ercole, è senz’altro il reperto che da solo vale una visita a Velletri. Di incomparabile bellezza, colpisce per la ricchezza delle decorazioni e soprattutto per l’eccezionalità della conservazione.

Devo affermare, che difficilmente si riesce ad allontanarsi da tale opera e il visitatore inoltre può ammirare ogni dettaglio a distanza ravvicinata e nell’osservazione sembra che le figure si animino, in quanto la tridimensionalità delle figure e le espressioni dei volti sono talmente realistici che ci sembra di assistere ad uno spettacolo dal vivo.

Il Sarcofago può inoltre essere osservato anche dall’alto, in quanto il secondo piano del Museo permette un percorso che in prossimità della sala del Sarcofago è aperto sul piano sottostante.

A conclusione di questo articolo, non posso trascurare di complimentarmi per la splendida accoglienza che il personale riserva ai visitatori.

Competenza, educazione, disponibilità sono le caratteristiche del comportamento di tutto il personale che abbiamo incontrato.

Al Museo è presente anche un ricchissimo bookshop che altrove, a volte anche nei musei più famosi ed importanti, non si trova.

Una visita dunque piacevole che vi invito a fare, anche per scoprire le altre realtà museali di Velletri , oltre al paese, alle sue Chiese, alle sue strade ed ai suoi angoli indimenticabili, che dall’antichità, al Medioevo ci conducono fino all’età moderna in un continuo susseguirsi di emozioni.