Terme Luigiane, al via la nuova stagione di cure
Alle Terme Luigiane, la vacanza diventa cura del proprio corpo e la cura diventa vacanza dello spirito. Si dice che quando si sta bene con il proprio corpo si sta bene con sé stessi e in quest'angolo di Calabria (siamo in provincia di Cosenza, tra il territorio di Acquappesa e Guardia Piemontese) questo antico proverbio è più attuale che mai.
Qui viene portata avanti una lunga tradizione di "stazione di cura", citata già da Plinio il Vecchio. Il primo documento risale al 1446, a firma di San Francesco di Paola. Fu il medico napoletano Giovanni Pagano a dare il nome di Luigiane in segno di ringraziamento verso il Principe Luigi Carlo di Borbone che gli concedette il patrocinio per la sua ricerca sulle proprietà terapeutiche delle acque.
E sono proprio le acque il fiore all'occhiello delle Terme (www.termeluigiane.it) che da alcuni giorni hanno dato il via alla nuova stagione (tutte cure sono convenzionate con il S.S.N Servizio Sanitario Nazionale). Sono acque sulfuree forti salsobromojodiche e sgorgano da una rupe dolomitica, chiamata il "dito del Diavolo" (a trecento metri d'altezza) e divenuta un simbolo. Sono le più ricche di zolfo in Europa, "elemento divino" come lo chiamavano i greci, (grado solfidometrico: 173 mg/l) a una temperatura naturale di 47°C. Trovano applicazioni mediche nei processi infiammatori rendendo per questo Acquappesa un centro all'avanguardia a livello internazionale, anche grazie ai fanghi e alle alghe (due gli stabilimenti termali, Therme Novae e San Francesco). Anche in ginecologia trovano la loro applicazione. I Bagni di Guardia sin dalle epoche antiche sono stati considerati "prolifici". La leggenda narra che la Regina Isabella di Francia durante un viaggio, alla ricerca di medici sapienti che avrebbero potuto curare la sua sterilità, approdò per caso sulle spiagge di Guardia. Incuriosita da un flusso di acqua calda proveniente dal torrente Bagni (fiume di acqua termale) che sfocia nel mare, vi s'immerse. Dopo qualche giorno scoprì di aspettare un bambino. Da allora lo scoglio, già noto come Petra Majura, venne chiamato scoglio della Regina e si diffuse subito nelle vicine contrade la notizia del suo potere rigenerante che è valido ancora oggi. Si effettuano varie terapie per i disturbi tipicamente femminili più diffusi. Altrettanto rinomati sono i fanghi (efficaci in reumatologia).
Dopo le cure vale la pena vivere il territorio. Negli immediati dintorni si può visitare Guardia Piemontese, borgo che ospita una delle minoranze etniche presenti in Calabria, conserva ancora oggi i resti delle origini valdesi e l’uso della lingua occitana, tutt’ora parlata e insegnata ai bambini. Per un tuffo di sole, si è a due passi dalla Riviera dei Cedri caratterizzata da vasti arenili che degradano dolcemente e conosciuta anche come Alto Tirreno calabrese.
(A. C.)