Rino Gaetano al Museo di Roma in Trastevere
Alla scoperta di un artista innovativo e sempre vivo
Al Museo di Roma in Trastevere, dal 16 febbraio al 28 aprile , la prima mostra dedicata all'artista di origine calabrese e di adozione romana , e prematuramente scomparso, Rino Gaetano. Foto, documenti e cimeli per ricordare la sua musica, il suo impegno civile, il suo anticonformismo, la sua " ribellione scanzonata". Attraverso una esposizione inedita, ricca di reperti e ricordi, molti dei quali esposti per la prima volta, e conservati gelosamente dalla famiglia e dalla sorella Anna che li ha generosamente messi a disposizione di noi tutti, si può ripercorrere il cammino artistico del cantautore. Un viaggio a ritroso tra documenti, foto, cimeli artistici, raccolta di dischi, video, strumenti musicali, oggetti, abiti di scena come l’accappatoio indossato durante il Festivalbar all’Arena di Verona e la giacca in pelle utilizzata a Sanremo. Manifesti e cappelli... Un tour che aiuta a conoscere lo spessore artistico di Rino, divoratore di musica di vario genere, amante del teatro d’avanguardia, curioso e ricercatore, autore di canzoni innovative e sferzanti, dai ritmi accattivanti, che hanno saputo attraversare più generazioni che in loro hanno ritrovato la forza e attualità della denuncia sociale. Come racconta Vincenzo Mollica "Le sue canzoni sono universali perché respingono la polvere del tempo".
Una produzione quanto mai vasta quella di Rino che ha fotografato l’eterna crisi dell’Italia, quella delle auto blu e degli evasori legalizzati di Nuntereggae più con versi come "vedo tanta gente che nun c’ha l’acqua corrente, e non c'ha niente, ma chi me sente". O l’esaltazione della forza femminile di Gianna che "difendeva il suo salario dall’inflazione", sino alla sua celebre Ma il cielo è sempre più blu, intrisa di luoghi comuni e di misfatti che i ‘benpensanti’ definiscono progresso, ai quali si contrappone l’indomabile speranza dei “sognatori” che vagheggiano “un cielo sempre più blu”. E ancora Berta filava, Sfiorivano le viole... E poi l’album Mio fratello è figlio unico che resta uno dei dischi più importanti non solo della carriera del cantante, ma in generale della musica italiana. Fra il 1973 e il 1980 ha pubblicato sei album attraverso i quali ha dipinto con schiettezza un’Italia, non troppo dissimile dall'attuale, affrontando i pregiudizi della critica, del pubblico, dei colleghi, dell’ambiente e anche dell'establishment . Cantò Gianna e, per la prima volta nella storia del Festival di Sanremo, fu pronunciata la parola "sesso".
Nel corso della mostra, sarà possibile assistere anche alle performance live di Alessandro Gaetano, in trio con la Rino Gaetano Band e con Diana Tejera, che eseguiranno alcuni mini concerti acustici, consentendo ai visitatori di scoprire e vivere la forza della musica di Rino Gaetano. Le date saranno comunicate sulle pagine web del Museo: www.museodiromaintrastevere.it.
Da Montesacro a Trastevere...
Perchè la location del Museo in Trastevere? Perchè- come ha osservato Alessandro Nicosia, curatore della mostra insieme al nipote di Rino Alessandro Gaetano - Rino, sebbene fosse di Montesacro, ha frequentato molto questo quartiere, i suoi suoni, i suoi ristoranti dal momento che andadava spesso al Folk Studio. La mostra - ha continuato- ha volutamente un taglio leggero come apparentemente leggeri apparivano i suoi attacchi alla politica e alla società". " Un artista tagliente, originale, intelligente, un intellettuale. Rino con la sua musica e la sua "ribellione scanzonata" ha accompagnato Roma e l'Italia degli anni 70. Ed è ancora attuale, è vivo, piace e viene cantato e ascoltato- ha fatto eco Miguel Gotor, assessore ala cultura del Comune di Roma." "Credevo di sapere tutto su Rino- le parole di Gloria Satta, Il Messaggero, che ha anche contribuito alla stesura dei testi del catalogo Gangemi che arricchisce la mostra. "In questa collaborazione ho scoperto tantissimi brani, una enorme ricchezza , testimonianza di una cultura molto viva".
Di grande emozione l'intervento di Riccardo Cocciante che ha ricordato Rino come "un artista vero, non un impiegato della musica, una persona che sentiva in sé l'esigenza di cantare e di esprimersi. Timido, a volte insicuro, come i veri artisti sul palco cambiava". Cocciante ha incontrato il cantautore negli anni 70 e insieme parteciparono al QConcerto. "Due persone così diverse, un grande incontro". E da quel concerto il brano Mano a Mano di Cocciante entrò nel repertorio di Rino. "A unire Rino e me, oltre all'amore per la musica, era la ribellione contro il perbenismo, l'ipocrisia e l'esigenza di essere liberi di esprimerci". Cocciante ha poi regalato alla sala un brano di Mano a mano e, da Notre Dame, alcuni versi di "Amare e vivere".
"A casa mia sono sempre risuonate le note di Rino Gaetano e ho sempre ammirato la sua personalità, la sua originalità nello scrivere i testi. Ci ha dato opere di grande verità , per questo è rimasto vivo nel tempo" -l'intervento di Giusy Ferreri.
Il catalogo relativo alla Mostra, edito da Gangemi Editore, contiene storia, immagini e un lungo elenco di straordinarie testimonianze che aiutano a comprendere tutte le sfaccettature di un uomo considerato uno dei cantastorie di culto della nostra storia.
La mostra, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, a cura di Alessandro Nicosia e Alessandro Gaetano, è organizzata e realizzata da C.O.R. Creare Organizzare Realizzare, con il supporto organizzativo di Zètema Progetto Cultura, sotto il patrocinio del Ministero della Cultura e di SIAE Società Italiana degli Autori ed Editori con la media partnership di Rai e la collaborazione di Rai Teche – che conserva la maggior parte dei filmati che riguardano l’artista – e Universal Music Publishing Group.
(E. I.)
(Foto: Elio Ippolito)