RIAPERTA A ROMA LA CASA DELLE FARFALLE
- ELEONORA ALESCIO ARTEFICE E ANIMATRICE -
di Enrico Stella
Con il ritorno della primavera, per il terzo anno consecutivo, riapre a Roma la Casa delle Farfalle, nella splendida cornice del Parco dell’Appia Antica. Cineprese, telecamere e cellulari riprendono ogni giorno lo spettacolo inconsueto di crisalidi che schiudono sotto gli occhi di centinaia di visitatori stupiti. A parte i documentari girati da professionisti e visti in televisione, sono numerosi i filmati apparsi su You Tube e tra le “Storie” di Instagram.
Nella serra climatizzata che ospita specie tropicali i bambini vivono un’avventura fiabesca: le farfalle nate in quell’ambiente, in continuo contatto con gli esseri umani, hanno perduto l’istintivo timore di essere predate e si posano spesso anche sulle loro mani. Alcune specie sono attratte dal sudore e lo succhiano avidamente, ma il loro abituale nutrimento è costituito dal nettare dei fiori e dai succhi di frutta matura: infatti per soddisfarne le esigenze alimentari è stato allestito un “bar delle farfalle” dove le ospiti alate trovano banane in stato di avanzata maturazione, arance e kiwi, opportunamente tagliati a pezzi, e fiori artificiali irrorati con una soluzione zuccherina.
Tra le piante della serra, oltre a quelle ornamentali, alcune hanno la funzione indispensabile di nutrire i bruchi. Sugli agrumi, per esempio, si sviluppano molti Papilionidi tropicali, mentre le grandi foglie dei banani sono appetite dalle larve della Farfalla Civetta; queste ultime sono estremamente mimetiche: le più giovani si allineano, immobili, una dietro l’altra, lungo la principale nervatura fogliare e diventano invisibili anche all’occhio più esperto: anch’io ho stentato a individuarle. Nel corso della visita è facile assistere a corteggiamenti aerei, o sorprendere una coppia in amore, o seguire le femmine del genere Papilio mentre depongono le minuscole, pallide uova su alberelli di arancio o limone.
Le farfalle della Casa, quasi tutte diurne, sono attivissime durante le ore di luce, ma se il cielo si annuvola, tendono a immobilizzarsi, per riprendere a volare non appena il sole torna a splendere. Anche i loro spostamenti in questa o in quell’area della serra dipendono dalle condizioni di luminosità.
L’acquisizione degli esemplari, allo stato di crisalide, avviene nel pieno rispetto delle regolamentazioni per la tutela delle specie minacciate in natura.
Ideatrice e appassionata animatrice della Casa delle Farfalle è la biologa Eleonora Alescio (nella foto più in alto con Enrico Stella). Eleonora, siciliana doc originaria di Ragusa, si è laureata a Roma, all’Università di Tor Vergata; la sua attività non è legata alla preparazione accademica, ma all’incontro con l’amico entomologo Diego Reggianti che, esperto di allevamenti, le regalò il primo bruco: per lei un vero colpo di fulmine! Affascinata dalla metamorfosi dei lepidotteri, non ha smesso più di dedicarsi all’osservazione della loro biologia ed è nata così la sua entusiasmante professione. All’amore per le farfalle si somma il desiderio di trasmettere agli altri le proprie conoscenze: a contatto diretto con i visitatori, lei illustra le caratteristiche di questi insetti e la sequenza delle loro trasformazioni.
Gli incontri con il pubblico si svolgono soprattutto davanti ad alcune centinaia di crisalidi, opportunamente sospese e allineate; molti esemplari sono pronti alla schiusa, cioè allo “sfarfallamento”, ed è possibile osservare ogni giorno questo straordinario spettacolo, seguito dalla emozionante fase in cui le alucce, ancora umide e ripiegate su se stesse, si distendono a poco a poco e si irrigidiscono, preparandosi al decollo.
Poiché l’affluenza di spettatori è elevata, soprattutto nei giorni festivi, Eleonora può contare sull’aiuto di alcuni amici esperti che si prestano volentieri a fornire ogni spiegazione e a indicare le crisalidi “mature” di cui prevedono l’imminente schiusa, annunciata da precisi mutamenti cromatici. Tra i collaboratori più assidui ho incontrato i biologi Valeria Geracitano, Alessandro Murgante, Ilaria Pimpinelli, Valerio Viglioglia.
Anche Diego Reggianti supporta validamente, con la propria preziosa esperienza, la missione della dottoressa Alescio, e sono sue le più belle fotografie realizzate nella serra. A questo proposito ricordo che Ilaria e Diego figurano tra gli autori di macrofotografie di importanti guide naturalistiche: basti citare la grandiosa opera on line dedicata a falene e farfalle europee e del Nord Africa (“Moths and Butterflies of Europe and North Africa” by Paolo Mazzei, Daniel Morel, Raniero Panfili).
All’aperto, vicino alla serra, Eleonora ha fatto preparare il “FarfallOrto” che accoglie le più comuni piante alimentari dei bruchi di specie nostrane: lo scopo è quello di invitare le farfalle (macaoni, vanesse, melitee…) a soffermarsi per deporre le uova; le probabilità di successo aumentano in presenza di altre specie botaniche (ad esempio, lantana, buddleja, valeriana rossa) con fiori ricchi di nettare, che attraggono le femmine di passaggio. Questa iniziativa ha richiamato l’attenzione di gestori di orti urbani e di varie aziende agricole che vorrebbero fare altrettanto nei loro terreni, dove è stato bandito l’impiego di pesticidi. Il progetto entusiasma Eleonora Alescio che è pronta a prestare la propria collaborazione per favorire a Roma il ritorno di tante specie di lepidotteri che hanno abbandonato la città.
L’interesse degli italiani per la natura, e in particolare per le farfalle, è sensibilmente aumentato in questi ultimi anni. I documentari delle trasmissioni di Piero Angela e altri noti programmi televisivi, come Geo, hanno contribuito a far conoscere ed amare il mondo degli animali, insetti compresi.
Su Facebook si sono costituiti molti gruppi dedicati all’entomologia; tra gli altri, “Lepidotteri: Esperienze di Allevamento”. Ebbene, esclusi alcuni ricercatori che lo amministrano, la maggior parte dei membri sono principianti che si cimentano con amore nella ricerca dei bruchi, li allevano, ne pubblicano le foto durante i vari stadi, e si rivolgono ai più esperti per ricevere consigli e identificare le specie. Ed è bello ascoltare il racconto di chi, dopo averne seguito lo sviluppo, libera le farfalle nel posto più adatto, non appena sono in grado di volare.
Un altro gruppo molto frequentato è il “Mercatino dei lepidotteri” creato per favorire gli scambi e la compravendita di uova, larve, crisalidi e di attrezzature per gli allevamenti.
Nel nostro paese le associazioni ben strutturate di veri entomologi, professionisti e dilettanti, senza scopo di lucro, hanno radici lontane: basti ricordare la Società Entomologica Italiana (SEI), una delle più antiche del mondo, fondata a Genova nel 1869, e la prestigiosa Associazione Romana di Entomologia (ARDE), costituita a Roma nel 1945 e ospite del Museo Civico di Zoologia; l’anno venturo ne celebreremo il 75° anniversario. Rimando ai rispettivi siti Internet per notizie, contatti, iscrizioni.
La fondazione della prima casa delle farfalle italiana risale al 1988 e si deve all’iniziativa coraggiosa di un giovane entomologo padovano, Enzo Moretto, che aveva intuito l’importanza di tali istituzioni, già presenti all’estero. Nacque così, a Montegrotto Terme la Butterfly Arc, divenuta subito un’attrazione turistica internazionale. Questa grande struttura comprende tre ambienti diversi: Amazzonico, Afro-tropicale e Indo-australiano. Le farfalle adulte hanno a disposizione i fiori più adatti, produttori di nettare, e altre fonti di nutrimento, mentre i bruchi consumano le foglie delle loro piante preferite, rinnovate al momento opportuno. Il terreno fornisce i necessari sali minerali alle ospiti che possono anche scegliersi il microclima più conveniente (esistono zone più umide e fresche, come quelle del laghetto, ricco di piante acquatiche e rivierasche) e vivono più a lungo che allo stato libero perché non sono insidiate da predatori.
Con questo fortunato esempio Moretto ha dato il via alla fondazione di strutture simili, come quella di Bordano, in provincia di Udine, composta da tre grandi serre in cui sono riprodotti altrettanti ecosistemi tropicali: la giungla africana, le foreste pluviali asiatiche e australiane, l’Amazzonia. Bordano è noto come “il paese delle farfalle” per la naturale ricchezza di specie autoctone che vivono allo stato libero. Queste creature hanno ispirato molti dei murales artistici che adornano il caratteristico borgo friulano.
Merita un cenno anche la casa delle farfalle inserita nella suggestiva cornice della pineta di Cervia (Milano Marittima), affiancata dalla casa degli insetti che ospita una rappresentanza di altri interessanti e curiosi invertebrati.
La “Collodi Butterfly House” è sorta nello storico Giardino Garzoni di Collodi (noto come Parco di Pinocchio): le farfalle sono ospitate in un giardino tropicale all’interno di una esclusiva struttura in pietra e vetro autoportante, luminosa e perfettamente climatizzata.
Spostandoci in Sicilia, troviamo la Casa delle Farfalle di Viagrande, nel Parco Naturale di Monte Serra, in provincia di Catania. A parte la ricca fauna di lepidotteri esotici, vi si alleva e si studia una specie di farfalla indigena, a rischio di estinzione: la graziosa Aurora dell’Etna (Anthocharis damone) dalle ali di un intenso giallo zolfo e arancione. Ricordo l’emozione provata, da studente, quando la vidi volare la prima volta nella campagna etnea, in un lontanissimo giorno di Pasqua!
Info: Casa delle Farfalle – Via Appia Pignatelli 450, Roma - Tel. 380 785 1349.
Aperta fino al 9 giugno.