Nuovo volume di Elio Cadelo "ALLAH e la SCIENZA - un dialogo impossibile? -"
Se un immaginario viaggiatore, nell’anno Mille, avesse osservato con attenzione lo sviluppo scientifico nel mondo avrebbe constatato chei germi della rivoluzione scientifica erano in gran parte presenti nel mondo musulmano, non certo nella cristianità. Perché, dunque, nel mondo musulmano non si è verificato quel processo di secolarizzazione che, nel mondo occidentale è sfociato nella rivoluzione scientifica e industriale? Questa è la domanda centrale che si pone Elio Cadelo nel suo recente saggio "ALLAH e la SCIENZA - un dialogo impossibile? -" (Palombi Editore - pp. 235, euro 15).
Alla base della scienza musulmana del Medioevo ci furono gli scienziati greci, alessandrini e latini, ma anche indiani e cinesi, e questo fece sì che, per alcuni secoli, non ci fosse campo del sapere in cui i musulmani non potevano orgogliosamente vantare la loro superiorità. Poi, a partire dal XIII secolo, la luce della conoscenza, lentamente e inesorabilmente, incominciò a spegnersi nel mondo islamico, non prima, comunque, che le opere di Averroè, date alle fiamme e bandite dagli Almohadi, incominciassero a circolare nell'Europa cristiana, stimolando la rinascita della “cultura della ragione” ed il recupero della cultura greca.
Cadelo si sofferma sulle libertà economiche e politiche che hanno caratterizzato la storia dell'Europa facendo sì che questa prendesse un cammino unico nella storia separando per la prima volta il potere religioso da quello politico ed economico. Fu grazie a ciò che l'intero continente europeo si poté muovere verso la scienza, il progresso e la modernizzazione.
Perché, invece, i Paesi musulmani, diversamente dalla Cina o dall'India, ancor oggi non riescono ad accedere alla modernità? Perché i movimenti terroristici islamisti, pur utilizzando le nuove tecnologie, affermano che la scienza è “immorale” e contro la verità di Dio?
I musulmani oggi costituiscono circa il 23% della popolazione mondiale ma hanno ottenuto solo due premi Nobel in discipline scientifiche. Inoltre, se si prendono in considerazione tutti i 57 Paesi islamici si scopre che complessivamente ci sono solo 14.260 ricercatori in materie scientifiche contro i 45.300 della sola Italia o i 273 mila degli Stati Uniti. Si tratta di un arretramento scientifico e culturale che diviene ogni giorno sempre più incolmabile e che rischia di creare un vero e proprio conflitto di civiltà.
L'analisi della situazione attuale porta Elio Cadelo a concludere che il terrorismo islamico dei nostri giorni non scaturisca soltanto dall'affermazione di ideologie anti-occidentali, ma anche dalla crisi profonda che attraversa l'islam contemporaneo incapace di confrontarsi con la scienza ed il progresso tecnologico.
Elio Cadelo, giornalista, caporedattore e inviato speciale è stato per anni la voce del Giornale Radio Rai per la Scienza e l’Ambiente. Ha lavorato al Corriere della sera, al Il Mattino, è stato collaboratore di Panorama, Scienza Duemila, Epoca. Autore e coautore di numerose pubblicazioni quali: Un rito, un diavolo, due culture (Storia e Medicina Popolare); Idea di Natura (Marsilio 2008), Quando i Romani andavano in America, scoperte geografiche e conoscenze scientifiche degli antichi navigatori (Palombi 2009, VI edizione 2016). Perché gli Ogm (Palombi 2011,), con Luciano Pellicani ha pubblicato, Contro la Modernità, le radici della cultura antiscientifica in Italia (Rubettino 2013). Premio ENEA 1999 per la Divulgazione Scientifica, è stato membro del Gruppo di lavoro sulla Informazione e Comunicazione in Biotecnologia del Comitato Nazionale per la Biosicurezza e le Biotecnologie della Presidenza del Consiglio. Nel 2013 ha ricevuto il premio per l’Editoria e la Divulgazione Scientifica.