Nasce la capitale italiana del vino
Un riconoscimento annuale per mettere al centro una città e il suo territorio vitivinicolo
Assemblea nazionale delle Città del Vino nel ricordo di Paolo Benvenuti, per anni direttore dell’Associazione, scomparso a inizio 2020. Ricordate anche le figure di Paolo Sturnini, ex presidente, e Gianfranco Tosi, coordinatore degli ambasciatori di CdV
È stata molto ampia la partecipazione all’Assemblea nazionale delle Città del Vino che si è tenuta l'11 luglio alla Villa Parisini di Basciano, nel Comune di Monteriggioni, a pochi passi da Siena. Tra partecipanti effettivi e deleghe sono stati ben 157 i Comuni rappresentati su 430 Soci attuali. Villa Parisini è sede dell’Associazione nazionale Città dell’Olio, che gentilmente si è resa disponibile ad ospitare l’evento, così come l’Amministrazione Provinciale di Siena che è proprietaria dell’immobile e che ne ha concesso l’uso.
È stata la prima assemblea nazionale dell’era covid-19 ma questo non ha impedito una “bella partecipazione” come ha sottolineato il presidente Floriano Zambon nella sua relazione introduttiva. Un minuto di raccoglimento è stato fatto per ricordare la figura di Paolo Benvenuti, storico direttore generale scomparso lo scorso febbraio, e anche altri due grandi amici delle Città del Vino che nel frattempo ci hanno lasciato: Paolo Saturnini, ex presidente nazionale dal 2000 al 2003 e Gianfranco Tosi, a lungo Consigliere nazionale e Coordinatore degli Ambasciatori delle Città del Vino.
“Vorrei ringraziare – ha detto Zambon – chi è stato vicino a Paolo Benvenuti e alla sua famiglia. In suo nome stanno fiorendo molte iniziative: ricordo, ad esempio, la wine business school di Tollo e l’intitolazione di una vigna a suo nome nel parco di Lamezia Terme. A novembre, in occasione di Urban Promo, fiera dell’urbanistica che si svolge alla Triennale di Milano, ricorderemo Paolo Benvenuti con un seminario di studi e approfondimento sui temi che a lui erano più cari: ambiente, sostenibilità, gestione del territorio, cura del paesaggio, qualità della vita nelle città del vino”.
Marcello Bonechi, Sindaco di Castellina in Chianti, ha portato il saluto dell’Associazione nazionale Città dell’Olio a nome del nuovo presidente Michele Sonnessa. “Abbiamo un protocollo d’intesa firmato tra e due associazioni da rilanciare in maniera concreta per metterci nelle condizioni di camminare insieme e condividere obiettivi comuni”.
Tra queste l’approvazione della proposta di legge sulle città del vino e dell’olio che giace da oltre un anno in Commissione Agricoltura della Camera e che consentirebbe il riconoscimento ufficiale per legge delle due Associazioni, “una forte spinta – ha ricordato Zambon – al nostro accreditamento presso i tavoli in cui di discutono le sorti della filiera agro alimentare, del vino e dell’olio”.
Il luogo dell’Assemblea ha evocato anche la possibilità che Villa Parisini diventi sede di Città del Vino, dati gli ampi spazi disponibili e la necessità di ricercare una collocazione che consenta all’Associazione di svolgere il proprio lavoro in modo ancor più efficace e di avere una sede di prestigio, come i partecipanti all’assemblea hanno potuto verificare. Su questo fronte si intensificheranno i rapporti con l’Amministrazione provinciale di Siena anche con l’appoggio di Città dell’Olio. "Ringrazio il Presidente della Provincia Silvio Franceschelli - ha detto Floriano Zambon - per la concessione; oltretutto è Sindaco di Montalcino e conosce molto bene quali sono e nostre attività e la nostra storia".
“Nonostante il virus – ha affermato Zambon – non ci siamo arresi. Un esempio è l’aver comunque programmato con il Movimento Turismo del Vino la prossima edizione di Calici di Stelle, dal 2 al 16 agosto; ringrazio il Comune di Cocconato d’Asti che subito per primo ha aderito al nostro invito e sottolineo soprattutto la partecipazione del Comune di Vo’ Euganeo che ha deciso di fare Calici di Stelle proprio per dare un segnale di ripresa e di speranza; ricordo che Vo’ è stata la prima zona rossa e ha registrato il primo decesso per covid-19. Se Vo’ si è fatto avanti allora l’invito è anche per gli altri comuni che seguano il suo esempio.”
All’ordine del giorno dell’Assemblea, tra gli altri punti, anche l’istituzione della Capitale Italiana del Vino 2021, un riconoscimento annuale che metterà al centro della comunicazione un Comune e il suo territorio: l’intento è quello di dare ogni anno una forte visibilità ad un territorio attraverso sia gli eventi e le iniziative che fanno parte del calendario ordinario, sia con appuntamenti specifici dedicati in particolare alla filiera vitivinicole e al Città del Vino. Le candidature sono aperte sulla scorta di quanto avviene per l’indizione della Capitale Europea del Vino di Recevin, la Rete europea delle Città del Vino, che vede a rotazione coinvolte comunità italiane, del Portogallo, della Spagna e di altre realtà vitivinicole europee. Ultimo esempio in Italia è stato Sannio Falanghina Città Europea del Vino 2019 che per un anno ha acceso i riflettori sul territorio vitivinicolo del Sannio.
Zambon ha poi ricordato i principali avvenimenti che attendono Città del Vino nel 2021, molti dei quali rinviati all’anno nuovo a causa della pandemia, come la partecipazione al Vinitaly, l’organizzazione del Concorso enologico internazionale Città del Vino che si terrà come previsto a Castelvetro di Modena, il prolungamento della stagione del Palio Nazionale delle Botti con più tappe in programma tra la fine di quest’anno e il prossimo. Ha ricordato infine che nell’autunno 2021 si terrà il rinnovo del Consiglio Nazionale e degli organi dirigenti dell’Associazione, invitando tutti fin da adesso a lavorare per dare un futuro assetto all’Associazione ancor più solido, efficace e operativo”.
Il dibattito che è seguito è stato intenso e partecipato; sono stati ricordati i principali temi in discussione, la necessità di dare più forza all’associazione in termini di partecipazione ai tavoli nazionali e regionali per dare forza e ascolto alle istante che provengono dai territori del vino e dai tanti sindaci, tanto più adesso che devono fare i conti con la crisi che la pandemia ha determinato nel settore turistico e per le aziende che devono sopportare la mancata vendita dei loro vini sia sui mercati internazionali sia localmente dopo la chiusura forzata di ristoranti e attività enoturistiche. Al termine sono state approvate alcune variazioni al Regolamento e allo Statuto.