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Nasce "Frasassi Experience"

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Un nuovo prodotto turistico per promuovere le Grotte di Frasassi e il territorio del Parco Naturale della Gola della Rossa

di Antonio Castello

 “Quando nel buio più assoluto, il sasso iniziò a cadere, gli speleologi trattennero il respiro. L’eco arrivò dopo un tempo che parve lunghissimo: era il 27 settembre 1971 ed erano state scoperte le Grotte di Frasassi, uno dei più spettacolari complessi carsici del mondo”. Recita così un banner posto all’ingresso della Grotta, aperta al pubblico nel 1974, dopo lunghi e complessi lavori per consentire l’accessibilità ad uno dei percorsi sotterranei più grandiosi ed affascinanti: il sito rappresenta oggi il terzo complesso ipogeo per vastità e il primo per fruibilità. Lo spettacolo è grandioso. Il primo impatto con la Grande Grotta, il cosiddetto “Abisso Ancona”, un’enorme cavità che ha un'estensione di metri 180 x 120 ed un'altezza di 200 m., talmente ampia (oltre 2 milioni di m3 di volume) da poter ospitare al suo interno, senza alcun problema, il Duomo di Milano, dà subito l’idea di trovarsi di fronte ad un ecosistema sotterraneo completo, in cui è ancora possibile osservare la formazione delle concrezioni, le gocce che scavano e costruiscono le proprie architetture e in cui la vita continua indisturbata da milioni di anni. Dal 1972 è sotto la tutela del Consorzio Frasassi, costituito dal comune di Genga, nel cui territorio ricade, e dalla Provincia di Ancona, con l'obiettivo di salvaguardarne e valorizzarne la fruibilità scientifica e turistica. Oggi rappresenta una delle maggiori attrazioni turistiche della Regione Marche: i visitatori sono in media 300 mila l’anno ed è stato stimato che dalla sua apertura siano stati almeno 15 milioni quelli che le abbiano frequentate. La parte riservata alle visite turistiche, attrezzata e facilmente percorribile da tutti, sia anziani che bambini accompagnati, si estende per circa 1,5 chilometri e richiede un tempo di visita di circa 1 ora e mezza. Dal 1993, però, il Consorzio Frasassi ha istituito anche un servizio, il cosiddetto “turismo speleologico”, che consente a chiunque di visitare la Grotta in zone sprovviste di camminamenti e luci artificiali. Questo permette anche a chi non ha mai avuto esperienze di questo genere, di vivere, nelle vesti di speleologo, in una situazione assolutamente originale e piena di fascino, una esperienza unica per ammirare le bellezze più nascoste del complesso, muniti di tuta, casco e stivali forniti direttamente dall’Ente e accompagnati da esperte guide speleologiche. In questo caso c’è un limite di età che non può essere inferiore ai 12 anni. I percorsi sono due: quello “azzurro” della durata di circa 2 ore (il costo è di euro 40,00) e uno “rosso” della durata di circa 3 ore (costo euro 50,00). I due percorsi attraversano zone di Grotta diverse fra loro: il secondo è chiaramente più impegnativo e possono farlo solo chi ha già effettuato il primo.

Le Grotte sono inserite nel complesso sistema del Parco “Gola Rossa e di Frasassi”, costituito nel 1997 e che quest’anno festeggia il suo 20° compleanno. Per ricordare l’avvenimento, ma soprattutto per trovare nuove forme di turismo esperienziale, si è tenuta nei giorni scorsi una conferenza stampa proprio nell’antro della Grande Gotta, immersi nel silenzio più assoluto rotto solo dalle voci dei partecipanti e dalle gocce d’acqua che cadevano sull’improvvisato tavolo della presidenza e sulle teste dei presenti.Frasassitavolo16

Dopo il saluto del Sindaco di Genga, Giuseppe Medardoni, che nel ricordare i difficili inizi di questa straordinaria avventura, ha lamentato una sempre più difficile situazione economica che non consente investimenti per una migliore gestione del sito, ha preso la parola Angelo Serri, Direttore di “Tipicità Experience” alla quale è stata affidata la gestione della comunicazione. “Tutto il territorio, ha detto, si presta per una nuova forma di turismo (esperienziale) che si sta sempre più sviluppando. Il turista non vuole essere più considerato uno spettatore passivo, ma vuole essere egli stesso un protagonista, scegliendo lui dove andare e quali esperienze vivere. Dopo aver vissuto l’esperienza di una visita alla Pinacoteca al lume di candela, facendo rivivere al visitatore di oggi le stesse emozioni che vivevano quelli del passato, quando l’energia elettrica non esisteva, proponiamo oggi questi percorsi speleologici e questa sera un “safari appenninico” (wild watching a bordo di fuoristrada) per l’osservazione notturna di tutte le specie animali che popolano il Parco che rappresenta un vero e proprio scrigno di biodiversità con numerose specie di uccelli nidificanti e una quarantina di specie di mammiferi. Nel Parco, tra l’altro, trovano il loro habitat naturale l’aquila reale (unica coppia nidificante accertata di tutta la provincia), il falco pellegrino e il nibbio reale. Tra i mammiferi spicca la presenza del lupo che negli ultimi anni è tornato spontaneamente a popolare le zone di montagna e, soprattutto il cinghiale. Da giugno a settembre, questo percorso naturalistico, alla scoperta delle specie animali e vegetali presenti nel Parco, sarà usufruibile da tutti, sia attraverso alcuni tour operator locali che la stessa direzione del Parco”.

FrasassiTute16E’ stata quindi la volta di Renzo Stroppa, Presidente del Parco e Vice Presidente della Comunità Montana, il quale ha parlato di una “nuova consapevolezza” da parte di tutte le istituzioni in qualche modo coinvolte nella gestione del Parco, visto oggi, da parte di tutti, come “una fonte di sviluppo dopo il crollo dell’industria manifatturiera”. “Le polemiche, ha detto, hanno lasciato il posto alle iniziative che piano piano si sono concretizzate perché apportatrici di ricchezza come dimostrano le continue richieste degli operatori circostanti per un ampliamento dei confini del Parco ai fini di una ricaduta positiva delle produzioni locali. Il cammino, in pratica, è stato tracciato: ora dobbiamo soltanto continuare su questa direttrice avendo sempre presente che ogni nostra azione promozionale debba vedere protagonisti i giovani che debbono diventare i nostri interlocutori privilegiati. Soltanto se riusciremmo a far capire loro che la Natura deve essere salvaguardata e che il Parco deve essere visto come un motore di sviluppo per il territorio e le popolazione che lo abitano, ci potrà essere un futuro”. Insieme al Presidente Stroppa, era presente il Cap. Simone Cecchini, dei Carabinieri/Forestali che ha condiviso le azioni della Direzione del Parco, impegnandosi a garantire una efficace azione di tutela del territorio e una azione educatrice sulla sua salvaguardia. Sollecitata dal Direttore del Parco, Massimiliano Scotti, ha infine preso la parola Cristina Moscianti, educatrice ambientale di Legambiente, che ha raccontato la sua esperienza. “Abbiamo portato in questi territori 30 mila alunni e abbiamo fatto vivere loro una esperienza unica dal punto di vista storico, ambientale, religioso. Nei miei interventi, esordisco sempre con il dire che svolgo il lavoro più bello al mondo perché mi sento portatrice di valori. Noi raccontiamo la biodiversità e aiutiamo i ragazzi a leggere il paesaggio, a viverlo, facendoli sentire non semplici spettatori, ma protagonisti. Li aiutiamo, in pratica, a vivere una esperienza a 360° dal punto di vista visivo, sensitivo, olfattivo. E la sorpresa più grande è la loro consapevolezza”.