IN UN VIDEO AUGURALE LA STORIA DI ANTHERINA
-“BUTTERFLY EDEN”; UN GIOIELLO NEL CUORE DI ROMA -
di Enrico Stella
Di auguri quest’anno abbiamo davvero bisogno! Ed io non vengo meno alla tradizione di pubblicare su You Tube un video ricco di colori e musica, dedicato a una bellissima farfalla.
Questa volta sogniamo di recarci in Madagascar, un paradiso di biodiversità che accoglie piante e animali assolutamente esclusivi: tante specie di lemuri, camaleonti, gechi, coccodrilli lunghi sei metri, mammiferi carnivori, unici al mondo… In questo incomparabile santuario della natura molti insetti sono endemici e tra questi c’è la protagonista del mio documentario: la falena Antherina suraka, reperibile anche nel vicino arcipelago Mayotte. La specie, che appartiene alla famiglia Saturniidae, fu descritta per la prima volta da Jean Baptiste Boisduval nel 1833. Sarebbe bello andare a trovarla e vederla volare nel suo ambiente originale, ma oggi è possibile osservarne in laboratorio l’intero ciclo biologico, dato che entomologi di tutto il mondo riescono ad allevarla e a farla riprodurre, e scambiano e spediscono ovunque le uova.
Mantenere i bruchi in cattività non è difficile perché accettano una notevole varietà di piante nutrici: oleandro, ligustro, lauroceraso, biancospino, salice, faggio, liquidambar, vite e tante altre. Malgrado le sue foglie coriacee, l’oleandro è la specie botanica di elezione negli allevamenti; il lepidottero non teme affatto l’oleandrina, un composto chimico (glicoside) tossico per il cuore, che può uccidere un uomo.
Il mio video documenta lo sforzo dei bruchini che, per venire alla luce, devono rodere il guscio dell’uovo, spesso e resistente; lo stesso guscio fornisce ai neonati un primo, sostanzioso pasto. All’inizio il loro abito è bruno, quasi nero, ornato di tubercoli arancioni, ma durante lo sviluppo sono frequenti le variazioni cromatiche individuali e la mia videocamera le cattura, una per una, come in una sfilata di alta moda. All’ultimo stadio, dopo la quarta muta particolarmente faticosa, la livrea del bruco appare in tutto il suo splendore.
Quasi tutti i Saturniidi, prima di trasformarsi in crisalide, costruiscono bozzoli di varie forme, colorazioni e consistenza. Seguo per un paio di giorni il lavoro di un bruco maturo di Antherina e lo vedo scomparire, a poco a poco, sotto una rete di fili argentei. Il bozzolo non è compatto come quello di altre specie sfruttate dall’uomo per la produzione tessile, ma garantisce alla crisalide sostegno e sufficiente protezione.
Nel segreto dell’urna sericea si compie l’ultima fase della metamorfosi, e un tiepido mattino di autunno, dopo più di un mese di attesa, trovo, aggrappata al bozzolo, la meravigliosa creatura alata: un’emozione che vorrei trasmettere a chi vedrà il documentario.
E’ superfluo descriverne la sontuosa pelliccia: le foto parlano chiaro, ma c’è un dettaglio che richiede attenzione. Le ali anteriori sono caratterizzate da una sobria eleganza e tra i colori dell’ambiente naturale potrebbero mimetizzarsi; allo stato di riposo ricoprono a tetto e nascondono le posteriori. Ma se la falena avverte una presenza sospetta o viene addirittura minacciata da un predatore (ad esempio un uccello), con uno scatto fulmineo le divarica e mette in mostra le sottostanti vivacemente colorate, con un disegno a forma di occhio, completo di iride e pupilla. Colto dalla repentina comparsa dei finti occhi che sembrano fissarlo minacciosi, l’aggressore rimane confuso o spaventato e preferisce rinunziare al pasto.
Antherina accompagna questa esibizione con un caratteristico movimento delle stesse ali posteriori. Nel video, dotato di colonna sonora, ho ottenuto un involontario effetto sorprendente perché le ali sembrano muoversi con lo stesso ritmo del famoso valzer di Strauss “Sul bel Danubio Blu”.
Sulla valutazione di questo metodo di difesa non sono mancate divergenze tra i ricercatori. Ma oggi quasi tutti concordano nel riconoscere che i disegni tondi con bordo contrastante, esibiti all’improvviso, provocano negli uccelli insettivori sorpresa e disorientamento, e lo dimostrano convincenti prove di laboratorio. Rigogoli allevati in cattività indietreggiano di fronte alla reazione di una farfalla che spalanca le ali mettendo in mostra i suoi “occhi” variopinti. Ma se, mediante uno spazzolino, ne asportiamo le squamette colorate, gli uccelli non esitano un solo istante a divorarla.
Uno dei test classici messi a punto da David Blest consiste nel proiettare una serie di disegni diversi (aste parallele, croci, cerchi concentrici) sulla mangiatoia di uccelli intenti al pasto. Mentre le figure lineari non turbano i volatili, questi sono spaventati dai cerchi, e soprattutto da una coppia di anelli eccentrici che simulano due occhi convergenti. Blest ha dimostrato come i disegni più perfetti che, con opportune ombreggiature e riflessi di luce, rendono tridimensionale la figura dell’occhio, sono i migliori deterrenti.
Tra le tante falene dotate di questo sofisticato mezzo di difesa ricordo soltanto i generi Automeris, Leucanella, Gynanisa, Bunaea.
Tornando con la fantasia nella foresta malgascia, incontriamo un altro mitico saturnide: la Falena Cometa (Argema mittrei) che deve il suo nome a due vistosi prolungamenti delle ali posteriori, a forma di coda: quelli del maschio assumono uno sviluppo straordinario (circa 15 centimetri di lunghezza); l’apertura alare può toccare i 20 cm. Il colore è giallo ambra con una delicata sfumatura verdastra ed una serie di macchie rosso ruggine; su ogni ala spicca un disegno variopinto a cerchi concentrici. Il bruco tesse un bozzolo grosso quasi come un uovo di gallina, appeso all’albero nativo: un vero capolavoro sia per la complessa struttura a maglie larghe, sia per il brillante candore della seta. In passato commercianti senza scrupoli facevano razzia di bozzoli per soddisfare le richieste di collezionisti di tutto il mondo, finché le autorità malgasce non hanno deciso, negli anni settanta, di proteggere il prezioso lepidottero, ma questo è ora minacciato dalla progressiva riduzione del proprio habitat.
In soccorso della specie intervengono entomologi ed amatori, che allevano e riproducono Argema in laboratorio, impiegando anche la tecnica di accoppiamento manuale.
Altra famosa falena del Madagascar è l’Urania (Chrysiridia rhipheus) che ha l’aspetto di farfalla diurna e vola di giorno. E’ un’ autentica gemma vivente per i suoi colori iridescenti (verde, blu, rosso) dovuti non a pigmenti, ma a un fenomeno ottico.
Tra le vere diurne di questa fauna esclusiva primeggia il grande Papilio Antenore (Pharmacophagus antenor) le cui immagini chiudono il mio video natalizio.
Ho cominciato ad allevare farfalle da bambino, dapprima con la guida del nonno, poi (a sette anni) in assoluta indipendenza. A quei tempi, in Sicilia, nessuno dei compagni di scuola, fino al terzo liceo, condivideva questa mia passione. Oggi la situazione è radicalmente cambiata: basti dire che esistono molti gruppi Facebook dedicati alle farfalle e ad altri insetti, con migliaia di giovani attivissimi, eccezionalmente esperti negli allevamenti.
Intanto iI 12 settembre è stata inaugurata BUTTERFLY EDEN, la prima Casa delle Farfalle stabile della città di Roma, creata e gestita da “Pandoracasanatura A.P.S.”, Associazione di Promozione Sociale che ha per obiettivo la ricerca e la divulgazione scientifica in outdoor education. Butterfly Eden si trova nel cuore della Capitale, in un ambiente incantevole che io stesso avevo individuato e sognato all’inizio degli anni ottanta: l’Orto Botanico di Villa Corsini. Artefice di questo gioiello è la grande, raffinata esperta Ilaria Pimpinelli, con un gruppo forte e ben coeso di altri appassionati biologi e naturalisti: Alexia Ferrantini, Matteo Barrano, Mario De Stefano, Valerio Viglioglia, Livia Mazzei, Alessia Cruccas.Tutti hanno lavorato ininterrottamente durante la caldissima estate romana per arrivare pronti all’inaugurazione.
I visitatori sono guidati a conoscere le varie fasi della vita delle farfalle e potranno vederle schiudere dalle crisalidi, distendere le ali, prendere il volo, nutrirsi su fiori e frutti maturi, accoppiarsi e deporre le uova. E’ anche possibile osservare l’attività dei bruchi sulle piante nutrici.
Saranno queste creature a indirizzarci alla scoperta dei grandi temi dell’ecologia e della vita sulla Terra: una lezione indimenticabile, fondamentale per i bambini.
YOU TUBE: Enrico Stella - AUGURI 2021 – Antherina. La bella malgascia.
https://www.youtube.com/watch?v=WotKhbd91es&t=249s
Nelle foto dall'alto - Foto (© Enrico Stella):
- Antherina femmina
- Antherina, occhio finto
- Bruco Antherina, ultima muta
- Gynanisa, altro esempio di falsi occhi
- Falena Cometa, maschio
- Bunaea alcinoe
- Urania del Madagascar
- Papilio Antenore