IL FUTURO DI ITALO TRA INTERMODALITA’, SOSTENIBILITA’ E FORMAZIONE DEI TALENTI
“Il personale Italo è prevalentemente operativo (l’80%) e ha un’età media di 36 anni: il 40% è in azienda da 10 anni, il 70% da almeno 5 anni”. Esordisce così Gianbattista La Rocca (AD Italo e Presidente Itabus) nella sua intervista a Rewriters con Fabio Bogo.
Accento sul mondo del lavoro che cambia, sulla sostenibilità e l’intermodalità, di cui Italo è ormai un esempio in tutta Europa. Italo offre viaggi combinati treno e bus con un unico biglietto (che dal 16 ottobre debutteranno anche all’estero), ma sta lavorando per ampliare le sinergie. Anche grazie all’approdo di MSC, come azionista di maggioranza: “Un’offerta di intermodalità che con l’ingresso di MSC nell’azionariato Italo si è ulteriormente arricchita grazie alle sinergie con SNAV, GNV e MSC Crociere oltre a quelle già esistenti con i bus di Itabus. L’obiettivo è quello di offrire un servizio esteso e capillare per viaggiatori sempre più esigenti, che sia in grado di mettere in connessione tra loro le grandi città, le città di provincia, i porti e gli aeroporti in modo intuitivo e con un solo click” commenta La Rocca. Un punto cardine nella strategia futura della società: in autunno crescono, infatti, le connessioni Italo-Itabus portando a 30 i servizi al giorno che uniscono tutta Italia (da Nord a Sud). In questo modo grandi centri produttivi e località a forte vocazione turistica sono collegate 24 ore al giorno, grazie anche ai servizi notturni.
Per quanto riguarda il capitolo sul lavoro: “Cominciamo col dire che è importante portare le persone nel proprio mondo del lavoro, ma ancora più importante è trattenerle, farle restare in azienda, non far scappare i talenti. Come si fa? Facendoli appassionare all’impresa, al progetto, facendoli sentire una parte importante del processo. Il mondo del lavoro sta cambiando velocemente, non è più una cosa calata dall’alto, dal vertice dell’Azienda”.
E per trattenere talenti, oggi sempre più disposti a cambiare, uno dei cardini è la formazione: “La formazione prima era un concetto verticale. Qualcuno decideva cosa dovevi imparare, e finiva lì. Noi invece le formiamo anche sotto il profilo della sicurezza personale, dell’impatto ambientale, della responsabilità sociale, dell’aggiornamento tecnologico. Valorizziamo persino la cultura dell’errore. Prima chi sbagliava veniva punito e basta. Noi spieghiamo che da un errore si può imparare qualcosa e migliorare i processi aziendali. Chi lavora da noi alla fine ha un bagaglio personale di competenze notevole”.
Un’ultima battuta sulla sostenibilità, a tutto tondo: “Essere sostenibili è diventata ormai l’unica strada percorribile per il benessere dell’azienda stessa, per un futuro migliore e uno sviluppo equo della comunità che ci circonda. In Italo la sostenibilità, intesa a 360 gradi, fa parte del suo DNA” chiosa La Rocca.