IL FUTURISMO, una MOSTRA A ROMA
(Servizio e foto di Roberta Gulotta)
La Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea GNAMC diretta da Renata Cristina Mazzantini, ha inaugurato il 3 dicembre 2024 la mostra “Il Tempo del Futurismo” a cura di Gabriele Simongini, promossa e sostenuta dal Ministero della Cultura, in occasione dell'ottantesimo anniversario dalla scomparsa di Filippo Tommaso Marinetti, avvenuta il 2 dicembre 1944.
Una mostra contrastata, che ha visto pareri discordanti per un movimento quello “Futurista” che a distanza di anni continua a far parlare di sé.
Fu un pensiero rivoluzionario, che credeva nella necessità di una immediata trasformazione culturale e sociale con innovative scoperte scientifiche e tecnologiche. Un periodo segnato da grandi innovazioni come la nascita della radio, degli aeroplani, della telegrafia senza fili, delle prime cineprese, ma anche di grandi trasformazioni sociali e politiche.
Questa mostra si concentra sul rapporto tra arte, scienza e tecnologia ed illustra gli improvvisi cambiamenti e il “completo rinnovamento della sensibilità umana avvenuto per effetto di una nuova modernità", concetto che fu alla base della nascita del Futurismo.
Il movimento ribelle d’avanguardia fondato nel 1909 dal poeta, scrittore, drammaturgo Filippo Tommaso Marinetti, nacque precedentemente l'inizio della prima guerra mondiale e susseguenti avvenimenti storici che sconvolsero la vita italiana ed internazionale.
Nella foto: Renata Cristina Mazzantini Direttrice della Galleria Nazionale d’arte Moderna e Contemporanea di Roma
Vi era l'esigenza di chiudere i ponti con il passato per affacciarsi ad un nuovo “Futuro” fatto di modernità e di velocità. Una riflessione, sebbene in circostanze storiche del tutto diverse, che potremmo definire attuale, considerando la frenetica e repentina evoluzione tecnologica scientifica a cui la civiltà moderna va incontro. Conseguenze che modificano abitudini e consuetudini sociali e di costume, entrando capillarmente nel nostro quotidiano, basti pensare all' imminente arrivo di una possibile intelligenza artificiale.
Dinamismo, movimento e velocità sono le parole chiave. Contro le tendenze della pittura tradizionale, i futuristi vollero opporsi all'antica pittura statica, per una nuova più dinamica, con una particolare attenzione all'industrializzazione e alla città passando quindi anche attraverso l'architettura.
Un movimento contro “il passatismo”, creato da intellettuali innamorati del progresso, una nuova espressione di vita che vede le opere dai colori più audaci, prospettive d'impatto e dalle linee forti e dinamiche. Profezie di un futuro più veloce, ma anche più comunicativo per cui l'arte può essere veicolo di divulgazione e promozione. La nuova figura del pubblicitario si affacciò nel panorama artistico e acquistò sempre più professionalità, fra questi Fortunato Depero “L'arte dell'avvenire sarà profondamente pubblicitaria” (Manifesto dell'arte pubblicitaria futurista -1931). Fu pittore, scultore, designer, illustratore, scenografo e costumista italiano futurista, che maggiormente lasciò il segno grazie ai manifesti realizzati per la Campari. Molti grandi industriali dell'epoca così iniziarono a comprendere la capacità persuasiva e l'importanza di un cartellone divulgativo, di manifesti grafici e volantini.
Una mostra che presenta tutte le vicissitudini di un passato diviso tra idee, arte, creatività passando per i turbolenti movimenti politici di un particolare e drammatico periodo storico.
La nostra inviata Roberta Gulotta, pittrice, scultrice, fotografa
La storia è l'unica testimonianza di un passato indelebile, che lascia il segno. Ogni giudizio è opinabile ma il visitatore vedrà esposte nella galleria attraverso un percorso di quattromila metri quadri e ventisei sale, opere di Giacomo Balla, Umberto Boccioni, Gino Severini e Fortunato Depero, Enrico Prampolini, Tullio Crali (per citarne solo alcuni), circa 350 fra quadri, sculture, progetti, disegni, oggetti d’arredo, film, oltre a un centinaio fra libri e manifesti, con un’attenzione alla matrice letteraria del movimento marinettiano che non ha precedenti. Nelle grandi sale sono presenti anche un idrovolante, automobili, motociclette e strumenti scientifici d’epoca.
L’esposizione è arricchita da due installazioni site-specific di Magister Art e di Lorenzo Marini, vivacizzata da eventi di approfondimento come: L’arte in tavola – Talk sulla cucina futurista (11 gennaio 2025), Il futurismo è di moda – Talk sulla moda futurista (18 gennaio 2025), Tutta un’altra musica – Talk sulla musica futurista (1 febbraio 2025), Un’idea che lascia il segno – Talk sull’architettura futurista (8 febbraio 2025), Va in scena la sorpresa – Talk sul teatro futurista (15 febbraio 2025), La Grande Guerra della Cultura – Evento conclusivo (22 febbraio 2025).
La rassegna “Vita Futurista” è organizzata dalla Fondazione Magna Carta curata da Federico Palmaroli e intende evidenziare la trasversalità del Futurismo, attraverso eventi e talk multidisciplinari, esplorando ambiti che spaziano dalle arti visive alla musica, dalla letteratura al teatro, alla moda, la gastronomia e l’architettura, fino alla sfera politica e ideologica. Il programma culminerà nel convegno La Grande Guerra della Cultura, che approfondirà l’impatto della Prima Guerra Mondiale sulla cultura novecentesca.
La mostra ha già avuto una enorme affluenza di pubblico tale che si potrebbe ipotizzare una proroga rispetto alla data di chiusura prefissata per il 28 febbraio 2025
Hanno generosamente contribuito alla mostra con i loro prestiti i musei italiani e stranieri, tra cui il MoMA, il Metropolitan Museum di New York, il Philadelphia Museum of Art, la Estorick Collection di Londra e il Kunstmuseum Den Haag de L’Aia. Il catalogo è pubblicato da Treccani e conterrà, oltre ai saluti istituzionali, i testi di Gabriele Simongini, Francesca Barbi Marinetti, Günter Berghaus, Elena Gigli, Claudio Giorgione, Giovanni Lista, Ada Masoero, Ida Mitrano, Riccardo Notte, Francesco Perfetti e Marcello Veneziani. Collaborazioni rilevanti contribuiscono all’offerta culturale messa in campo, come quella con il MAXXI, che con l’apertura al pubblico di Casa Balla aggiunge una tappa fondamentale al discorso narrativo; con la Fondazione Magna Carta, promotrice del programma di attività culturali; con il Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci, per il prestito di numerosi oggetti che hanno arricchito la mostra anche con un taglio scientifico. La mostra gode del prezioso sostegno dei Main sponsor Autostrade per l’Italia e Enel, degli Sponsor Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane e Unipol Gruppo, del Partner tecnico ACI Storico.
Nella foto: uno degli eventi che si è svolto il 18 gennaio scorso dal titolo: Il futurismo è di moda – Talk sulla moda futurista" (Veranda Parolibera). La sfida futurista agli schemi tradizionali e la sua influenza sulla creatività degli stilisti contemporanei. Con l'esposizione di riproduzioni di abiti futuristi a cura dell’Accademia Koefia e le letture tratte dai Manifesti futuristi a cura di Luca Violini – Attore e doppiatore.
Da destra: Guido Andrea Pautasso - Storico e critico delle avanguardie artistiche del Novecento; Antonella Basilico - Già docente di Storia dell’Arte Contemporanea presso Università degli Studi di Napoli “Federico II”; Simona Branchetti - Giornalista e conduttrice TG5, che ha moderato l'evento; Elena Gigli - Esperta d'arte e dell'opera di Giacomo Balla; Antonio Fiore Ufagrà - Pittore post-futurista.