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Grande attesa per la mostra “Gli occhi della terra”

Nello spazio Field di Palazzo Brancaccio a Roma 18 opere dell’artista Franco Farina dal 1 dicembre al 1 marzo 2024

Vernissage 1 Dicembre 2023 ore 18.30

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Un urlo che si alza dall’anima della terra straziata dal consumismo sfrenato, un monito all’umanità, un invito alla riflessione rivolto soprattutto alla nuova generazione. È quanto si prefigge la mostra “Gli occhi della terra” dell’artista Franco Farina - allestita e curata da Craving Art di Alessia Dei nello spazio Field di Palazzo Brancaccio a Roma - aperta al pubblico (ingresso gratuito) dal 1° dicembre 2023 al 1° marzo 2024, dal martedì al sabato, dalle 19 alle 23. Artista visionario Franco Farina si fa artefice di questo messaggio attraverso materiali di scarto, vecchie lamiere e contenitori dimenticati, che la sua arte trasforma in carne e spirito, in “materiale pittorico.”

Dalle pareti della grande sala di Palazzo Brancaccio, pensata come una grande piazza, si affacciano 18 opere che rappresentano personaggi comuni e santi i cui grandi occhi ci scrutano e ci sfidano implorandoci attenzione. Sono tutti rivolti verso la scena centrale dove due sculture a grandezza naturale, poste l’una di fronte all'altra a braccia aperte dialogano tra loro: Francesco, il Santo del Cantico delle Creature che ha guardato alla terra come alla madre che nutre e che si prende cura di tutti gli esseri viventi, e Persefone dea del sottosuolo, visibilmente furente. Francesco esprime compassione come se ci invitasse alla custodia amorevole della nostra casa comune; Persefone, invece, sprigiona una furia disperata: le sue mani artigliate materializzano un grido che è monito. Le figure intorno, con i loro grandi occhi, si sentono coinvolte in questo dialogo consce che c'è in gioco il loro destino e che possono cambiarlo. Assistono alla scena anche “La Donna Blu” dalla finestra del suo chiosco, “I Coniugi” dal loro letto, le “Braccia di Mare” mentre annaspano lottando per sopravvivere chiedendoci di ascoltare il loro lamento; “La Ragazza” e “La Watussa” che hanno in mano simboli di speranza e la schiera dei santi consci del loro potenziale di salvezza. Tutte queste figure sono sopraffatte dall'insoddisfazione e dal desiderio di cambiamento, sono esseri incompresi, esclusi, ma in loro c’è una forza interiore che nasce dal dissenso. I loro grandi occhi spalancati sono gli stessi che dal fondo della sala ci scrutano e vigilano su tutti noi in richiesta muta di aiuto e di partecipazione, sono gli occhi della terra stessa. “La mostra è un atto di contestazione, un grido di protesta in faccia all'indifferenza che permea il nostro mondo – commenta Franco Farina – ma è anche un invito a vedere, comprendere e agire. “Gli Occhi della Terra" è un riflesso della nostra responsabilità verso la madre terra, un invito a proteggere e valorizzare ogni sfumatura della vita che condividiamo con essa”.

“Essenziale è il rapporto che si crea tra le opere e chi le contempla, che forzatamente viene indotto a rimettersi in contatto con ciò che aveva rifiutato perché ormai divenuto inutile - spiega Alessia Dei - Questo confronto psicologico comporta una riflessione sulla potenzialità, sulle occasioni perse, sul non aver conosciuto o voluto conoscere, sul riscoprire se stessi, sull’approfondire e vedere al di là di ciò che ci impongono le convenzioni. I soggetti religiosi, mitologici e popolari si intrecciano con una miriade di simboli e significati profondi che provocano emozioni intense in chi le osserva”.