Giovanni Baglioni incontra il cinema
Un'autentica sorpresa e un brivido per il pubblico della serata dedicata al "Premio Tolfa Cinema" nell'àmbito della terza edizione del “Tolfa Short Film Festival” (che si è concluso a Tolfa il 22 giugno): qualcosa di straordinario ed inatteso si è parato davanti ai nostri occhi e l’udito è stato letteralmente ammaliato e rapito da un personaggio giovane ma di grande carisma.
Un “fuori programma” in realtà, un indizio vago dato da una chitarra appoggiata sul palco ma poi realmente annunciato solo al momento.
Un chitarrista. Sì. Un chitarrista.
Ma chi poteva supporre ciò che stava per creare quel chitarrista all’interno di una cornice avulsa? Parliamo di Giovanni Baglioni, un vero artista della sua musica che squarcia l’aria con suoni deflagranti e mossi, strappi da compositore magico ed esecutore eccezionale.
Giovanni compie gesti coreutici esoterici e primordiali sulla chitarra. Parte da sonorità hedgesiane e si apre verso molti, molti altri generi, ritmi blues, stacchi rock ed il suo tecnicismo diventa virtuoso e l’assenza di una voce è necessaria dato che c’è solo spazio per dita veloci e tecniche multietniche, a seconda della cultura e dell’artista che lo sta ispirando egli trascina, glissa verso toni e microtoni, finger e flatpicking, tapping e tecnica percussiva.
All’interno di un ambiente cinematografico, tra altisonanti nomi della cinematografia, premi Oscar e nomination al David, dopo eventi come l’omaggio all’opera di Umberto Scipione autore di tante colonne sonore, il Premio Tolfa Cinema consegnato all’attore italiano Orso Maria Guerrini, appare questo giovane a scuotere la platea. E suona.
Suona come mai nessuno, come avesse nelle nocche tutto il potere del mondo, come avesse da avvinghiare l’universo, alzare il vento ed increspare le acque d’ogni anima presente ed assente.
E ci riesce. Giovanni Baglioni ci riesce sempre, spunta, strattona, forgia suoni straordinari e a quel punto nessuno può più parlare di chitarra in modo comune. Non più.
Le pupille si dilatano, l’udito si schiude ed il cuore naufraga in un mare dolcissimo.
E i docufilm di Luca e Carlo Verdone, i contributi video di registi ispirati, la diretta streaming internazionale e la proiezione della pellicola “Roma città aperta”, capolavoro di Roberto Rossellini dei giorni precedenti, confluiscono naturalmente e spontaneamente verso i suoni visivi di Giovanni.
Ed è trionfo, attinenza certa. (C. G.)
Giovanni Baglioni
Giovanni Baglioni studia approfonditamente, con Pino Forastiere, i repertori dei maggiori chitarristi acustici, su tutti, il rivoluzionario Michael Hedges. Apprende e padroneggia un vocabolario tecnico rielaborato poi nelle sue composizioni originali.
Chitarra acustica solista contemporanea, grandioso da ascoltare, spettacolare da vedere. Difficile rimanerne indifferenti, impossibile ignorare il sortilegio delle sue esecuzioni.
L’artista è dotato di una spettacolare forza narrativa ed evocativa che il suo virtuosismo esalta ulteriormente per spaziare dal sapiente utilizzo del tapping all’impiego di accordature alternative, fino agli armonici artificiali e all'utilizzo percussivo dello strumento per una minuziosa ricerca polifonica e timbrica. Giovanni è ispirato, pizzica, sposta le corde con unghie e polpastrelli, nocche e pollice, movimenti flessuosi, suggestivi e la chitarra diventa un’arpa, una percussione che schiaccia, trascina, glissa verso toni e microtoni, finger e flatpicking, hammer-on, slapping e tecnica percussiva, Kick-drum e chitarra battente.
Giovanni Baglioni ha pubblicato il suo primo CD album dal titolo Anima Meccanica.
Nella foto di apertura (by Pasquale Modica) Giovanni Baglioni è con Elettra Ferraù (Annuario del Cinema Italiano & Audiovisivi) e con l'attore Massimo Sangalli.