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EVA HÜLSMANN, LA PITTRICE CHE SALVAVA GLI UCCELLI

-IN UN VIDEO AUGURALE LA COMMOVENTE DOCUMENTAZIONE-

 di Enrico Stella

Sempre più numerosi, gli uccelli trovano asilo nelle città, lontani dalla minaccia delle doppiette e dagli antiparassitari agricoli. Perciò non è raro incontrare un piccolo caduto dal nido o un adulto ferito nell’impatto con qualche struttura urbana. Molti di noi vorrebbero soccorrere queste creature in difficoltà, ma spesso non sappiamo come agire: il consiglio di un esperto è indispensabile.

7. Un tenero sguardo tra Eva e il piccolo allocco

Un tenero sguardo tra Eva e il piccolo allocco

Eva Hülsmann, scomparsa nel 1998, non era un’ornitologa, ma una pittrice: più precisamente una raffinata illustratrice di libri sulla natura. Molti anni fa cominciò a curare un “trovatello”, poi, collaborando col Wwf (Fondo mondiale per la natura) e con la Lipu (Lega italiana per la protezione degli uccelli), ha salvato centinaia di nidiaci orfani e di adulti infortunati, tanto da essere considerata un sicuro punto di riferimento per tale attività.

A partire dal 2012 ho sempre affidato gli auguri di Capodanno a un video (generalmente di soggetto naturalistico) pubblicato su YouTube; per il 2024 ho voluto dedicare il filmato alla preziosa opera svolta da Eva Hülsmann, presentando una serie di affascinanti immagini, da me realizzate alla fine degli anni novanta.

8. Una siringa da insulina per nutrire la cinciallegra

Una siringa da insulina per nutrire la cinciallegra

Eva, da bambina, abitava in Turingia, in una villa settecentesca, nel cuore di un parco rinselvatichito. Là, in mezzo ad alberi, cespugli e fiori spontanei, aveva scoperto un nido con quattro uccelli neonati. Così era riuscita a spiarne ogni fase della crescita fino ai primi voli. La permanenza nella campagna incontaminata le procurava incontri con altri piccoli animali: dagli scoiattoli agli insetti, rafforzando il suo innato amore per la natura. Gli anni trascorsi in quell’eden le lasciarono un’impronta decisiva che neanche il successivo soggiorno a Berlino, a Milano e infine a Roma, aveva potuto cancellare. E la sua arte, che ha continuato ad esprimere antiche emozioni, è prevalentemente dedicata al mondo animale.

Nell’ultimo ventennio della sua attivissima esistenza, Eva è vissuta in una casa romana con un giardino trasformato in voliera: così i trovatelli, dopo aver beneficiato delle sue cure, prima di essere liberati potevano esercitarsi meglio in salutari evoluzioni aeree e perfino nella caccia a insetti vivi, scovati naturalmente sulle piante o nel terreno.

9. La civetta orfana riceve da Eva amore e protezione

La civetta orfana riceve da Eva amore e protezione

L’ultima opera della Hülsmann è un libro di rapida e facile lettura, ricco di ricette, indicazioni e consigli pratici, destinati a chi vuole aiutare merli, rondoni, taccole, civette, gabbiani e quanti altri volatili vivono intorno a noi: “Che fare? Manuale pratico per il salvataggio di uccelli caduti dal nido o infortunati”, pubblicato nel 1998 da Edagricole, con prefazione di Fulco Pratesi, Presidente Onorario del Wwf Italia.

Così impariamo che non sempre un uccellino con ali quasi del tutto sviluppate ha bisogno del nostro soccorso: se svolazza per terra ed è seguito da uno dei genitori, è meglio lasciarlo stare, a meno che non si avverta una situazione di pericolo. Ma un passerotto implume o seminudo, o comunque smarrito, esige immediato aiuto. A casa può trovare conforto in un adatto contenitore, foderato all’interno con stracci e carta morbida assorbente, da sostituire spesso, e protetto da una reticella anti-fuga. Per i neonati la temperatura ambiente dovrebbe raggiungere i 35°C, ma non bisogna esagerare: se il piccino tiene il becco aperto e respira affannosamente, significa che il caldo è a un livello pericoloso.

10. I barbagianni gradiscono i fegatini di pollo

I barbagianni gradiscono i fegatini di pollo

All’inizio un menu sicuro per qualsiasi specie, anche granivora, è costituito da minuti frammenti di carne magra macinata, da spingere nella gola con l’ausilio di una pinzetta a punte smusse. Ottimi sono gli omogeneizzati di manzo, diluiti con poco latte e somministrati, in piccole porzioni, con una siringa da insulina, come si osserva chiaramente nel video. Di solito gli uccelli molto giovani aprono il becco spontaneamente per chiedere cibo, non appena avvertono lo stimolo della fame, il che può accadere ogni quarto d’ora. Dopo alcune settimane riusciranno gradite le larve di alcuni insetti; per la delicata upupa, ben rappresentata nel mio filmato, sono adatte quelle morbide della tarma della cera.

Durante lo svezzamento passeri e altri granivori amano ricevere qualche porzione di pane secco grattugiato, imbevuto di latte, con la consistenza della polenta; presto saranno in grado di triturare granaglie. Storni e merli accettano volentieri pezzetti di cuore di vitello, ma anche frutta: sono ghiotti di ciliegie.

 11. Le civette svezzate verrano educate alla caccia

Le civette svezzate verrano educate alla caccia

Dopo un adeguato tirocinio, quando il rampollo vola bene e sa cavarsela da solo, va restituito al suo ambiente, in un luogo tranquillo, non esposto alle pericolose scorribande dei gatti. Ma non tutto è così semplice: alcune specie hanno particolari esigenze e i problemi sono tanti. Per esempio, i rondoni che decollano con difficoltà a causa delle zampe troppo corte, devono essere lanciati da un posto elevato, come una collinetta o il terrazzo di un edificio al piano attico, in presenza di adulti in volo, con i quali possano imbrancarsi; l’ora del tramonto è il momento migliore, e bisogna esser certi che non finiscano a terra. Devo confessare che ho sempre assistito con molta apprensione a questo lancio.

I rapaci (civette, assioli, allocchi, barbagianni, gheppi), protagonisti privilegiati del mio video, in natura imparano a catturare topolini e altre prede, imitando i genitori; senza questa “scuola” non sanno procacciarsi il cibo e sarebbero condannati a morire d’inedia. Perciò i giovani nutriti in casa, prima che si completi la crescita delle ali, devono essere affidati a Centri specializzati della Lipu o del Wwf: telefonando alle sedi di queste associazioni, si otterrà l’indirizzo del Centro di recupero più vicino.
12. Eva Hülsmann abitua il gheppio a esercitare le ali

Eva Hülsmann abitua il gheppio a esercitare le ali

Non si creda che i pulcini dei rapaci notturni possano fare a meno della luce solare che in natura filtra a sufficienza fino al nido, anche attraverso la vegetazione dei boschi. Lasciarli sviluppare in ambiente buio è un errore imperdonabile che causerà una grave forma di rachitismo, incompatibile con la vita.

Nella maggior parte dei casi i giovani volatili, divenuti autosufficienti, tendono ad allontanarsi da chi li ha allevati, proprio come fanno con i genitori, lasciando il nido. Ma la separazione da qualcuno dei suoi pupilli è stata talora molto sofferta da Eva e forse anche dall’animale. È il caso di una femmina di gheppio, ospite della pittrice per molti mesi, perché ferita a una zampa e alle ali. Il rapace, dapprima diffidente e aggressivo, era poi diventato docile e affettuoso con quell’essere umano che lo curava con tanto amore: la sera aveva preso l’abitudine di accovacciarsi sul suo letto, fino a testimoniargli la massima fiducia, deponendo due uova sul cuscino! Quando guarì, fu liberato nel bosco di Palo, una delle Oasi laziali del Wwf.

Enrico Stella – Auguri 2024: https://www.youtube.com/watch?v=y-u4dk65Qmc