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Cultura: Una Mostra a Roma sul Maestro Marcello Dudovich

 Al tempo della committenza aeronautica

di Claudio Manari

Sono lieto di condividere con tutti i lettori il comunicato relativo alla mostra che a partire dall’8 maggio e fino all’11 luglio, si terrà nei fine settimana e giorni festivi presso le sale storiche di Palazzo Aeronautica. Le splendide sale faranno da cornice ad uno straordinario evento artistico e culturale: la mostra dedicata al maestro Marcello Dudovich (1887 – 1962) al tempo della committenza aeronautica.

 25Locandina mostra Dudovich

L’evento culturale dedicato al pittore e cartellonista triestino rappresenta un momento di grande valore artistico per la rinnovata fruibilità dei dipinti murali realizzati dal 1931 al 1933 da Dudovich negli ambienti del Ministero dell’Aeronautica. Tale inedito assoluto nel mondo dell’arte è oggi disponibile al pubblico grazie al lavoro svolto dalla Soprintendenza Speciale Archeologica Belle Arti e Paesaggio di Roma, dai restauratori e dal personale dell’Aeronautica, in occasione delle attività di valorizzazione di Palazzo AM indette nella ricorrenza del 90° anniversario della sua inaugurazione, avvenuta il 28 ottobre 1931.15filmdudovic

Si tratta di un evento eccezionale ed unico nel suo genere, nel corso del quale sarà possibile apprezzare più di 200 opere dell’artista e del suo collaboratore Walter Resentera, con documenti, foto e cimeli, provenienti da prestatori e collezioni italiane, pubbliche e private, per la prima volta riuniti tutti insieme nella sede di Palazzo Aeronautica.

Ma chi era Marcello Dudovich?

Per tutti coloro che non fossero familiari con il suo nome, ma senz’altro conoscitori delle sue opere, fu un Cartellonista, illustratore, decoratore e pittore nato il 21 marzo 1878 a Trieste e formatosi nel clima artistico triestino e mitteleuropeo. Lavorò molto per il cinema realizzando bellissimi manifesti quali ad esempio quello del film con Clark Gable e Jean Harlow L’uomo che voglio del 1933. Una curiosità su questo manifesto che appartiene alla Collezione Salce di Treviso è la seguente: su questo manifesto, dedicato alla versione italiana della commedia di Sam Wood “Hold your Man”, con un Clark Gable non ancora baffuto, esiste una “leggenda”, secondo cui Dudovich, poco abile nel rendere precise somiglianze, avrebbe chiesto all’amico e collega cartellonista Luigi Martinati (Firenze, 1893-Roma, 1984) di completare l’opera, eseguendo i volti dei protagonisti. Lo stesso Martinati avallò tale versione dei fatti, rendendo di pubblica ragione una lettera in cui Dudovich gli rivolgeva la preghiera “di ultimare le teste che la mia vista non mi aiuta più a saper fare”. In realtà, precisò Martinati, “quell’eccellente artista non era portato per il ritratto. Gli riusciva difficile fare dei volti somiglianti a un originale, qualsiasi esso fosse”.

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Tornando alla biografia, il Dudovich, dopo aver frequentato le scuole "Reali" ed essere stato introdotto dal cugino Guido Grimani negli ambienti artistici della sua città natale, si trasferisce attorno al 1898 a Milano (luogo deputato allo sviluppo dell'istruzione professionale, dell'arte applicata all'industria e quindi della moderna pubblicità), dove viene assunto alle Officine Ricordi come litografo, dal conterraneo e all'epoca già affermato cartellonista Leopoldo Metlicovitz. Questi avverte l'eccezionale talento del giovane cui affida, oltre al lavoro di cromista, quello di pittore incaricandolo di eseguire dei bozzetti. Nel 1899 il litografo Edmondo Chappuis lo invita a Bologna dove inizia a produrre cartelloni pubblicitari e, in seguito, copertine, illustrazioni e schizzi per varie riviste - tra cui "Italia Ride" (1900) - ed è tra i fondatori di "Fantasio" (1902), svelando un altro aspetto della sua poliedrica personalità artistica. Nel capoluogo emiliano conosce la sua futura moglie, Elisa Bucchi. Nel 1900 è premiato all'Esposizione Universale di Parigi con la medaglia d'oro e negli anni successivi collabora alle illustrazioni degli albi strenna di "Novissima" (Milano e Roma, 1901-1913) e dal 1906 a "Il Giornalino della Domenica" di Firenze. Tra gli altri periodici che recano la sua firma ricordiamo "Varietas", "Ars et Labor", "Secolo XX" (Milano, 1907-1933) e le copertine a colori de "La Lettura" e "Rapiditas".

8borsalinoDopo una breve parentesi genovese, nel 1905 è nuovamente a Milano presso le Officine Grafiche Ricordi ove continua la produzione di manifesti, tra i quali restano famosi quelli per i magazzini Mele di Napoli (1907-1914) e per Borsalino, premiato nel 1911.

Nel 1906 vince il concorso per il manifesto celebrativo del Traforo del Sempione, che però non verrà mai dato alle stampe.

Nel 1911 è chiamato a Monaco di Baviera dove sostituisce Reznicek come disegnatore nella redazione di "Simplicissimus" per illustrare la moda e la mondanità. Resta fino al 1914 nella città bavarese (dove sposa Elisa Bucchi e nasce la figlia Adriana) pur proseguendo l'attività per Ricordi e viaggiando per la Francia e l'Europa cercando spunti per le sue tavole. Questa felice stagione si interrompe con lo scoppio della prima guerra mondiale; Dudovich collabora ai fascicoli antiaustriaci "Gli Unni... e gli altri!" (1915), di G. Antona Traversi, a "Pasquino", a "Satana Beffa" (1919) e quindi a "Illustrazione Italiana" (1922).

Tra il 1917 e il 1919 lavora a Torino per varie aziende (FiatAlfa Romeo, Pirelli, Carpano e Assicurazioni Generali) producendo anche molti cartelloni per il cinema. Tra il 1920 e il 1929 realizza i manifesti per "La Rinascente" di Milano, stampati dalle Officine d'Arti Grafiche Gabriele Chiattone, e nel 1922 diventa direttore artistico dell'Igap. Nel 1920 e 1922 partecipa anche alla Biennale di Venezia. Nel 1930 esegue il famoso manifesto per i copertoni Pirelli. Nel 1925 è presente a Monza alla II Biennale di Arti Decorative e a Parigi all'Esposizione Internazionale delle Arti Decorative e Industriali Moderne, dove espone cartelloni eseguiti per Chappuis nella sezione italiana di "Arte della via", meritando la medaglia d'oro. Dalla fine degli anni '20 prevale l'attività di illustratore dove Dudovich accoglie alcuni assunti novecentisti nella resa delle masse con un accennato chiaroscuro, pur senza abbandonare la tradizionale eleganza del suo segno grafico.11rinascente

Negli anni '30 collabora a "Dea" (1933), a "Mammina" (1937), a "Le Grandi Firme" e a "Il Milione" (1938). Tra il 1931 e il 1932 realizza la decorazione a fresco della sala mensa del Ministero dell'Aeronautica a Roma. Nel 1936 e nel 1937 soggiorna in Libia, dove torna nel 1951. Nel 1945 muore la moglie. Marcello Dudovich muore a causa di un emorragia cerebrale il 31 marzo 1962 a Milano.

La mostra vuole esprimere anche un auspicio di graduale ritorno alla normalità e, nel pieno rispetto delle prescrizioni e precauzioni dettate dall’emergenza sanitaria ancora in corso, intende promuovere la riscoperta di momenti di cultura, di promozione dei nostri valori, delle nostre ricchezze e di condivisione della cultura aeronautica.

Le visite guidate, che mi vedranno in molte occasioni presente per illustrare i contenuti in mostra, saranno gratuite e organizzate in gruppi di massimo 15 persone, avranno una durata di circa 90 minuti e possono essere prenotate sin d’ora al seguente link:

https://www.dudovichapalazzoam.it/