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Cori e Norba, archeologia di pregio a pochi passi da Roma

CiroCoriNorba

di Claudio Manari

Come di consueto, ogni anno, col sopravvenire della bella stagione, lo scrivente, insieme al maestro Ciro Cellurale (nella foto di apertura), pittore ormai noto internazionalmente, appassionato promotore delle bellezze artistiche italiane, allo scopo di divulgare il più possibile il patrimonio culturale dei paesi e borghi meno conosciuti della penisola, si reca in località che spesso sono trascurate dai turisti, in quanto non sempre inserite nei tour proposti dagli operatori di settore.corinorbaciclopiche13

Tali realtà meritano invece maggiore attenzione e pertanto è sempre un piacere descriverne le più importanti testimonianze artistiche allo scopo di invogliare ad una visita e a maggiori approfondimenti.

Cori, in posizione magnifica sorge su una collina con alle spalle i Monti Lepini e ai suoi fianchi i Colli Albani: Il panorama che si apre sul fronte della città è incomparabile. La pianura Pontina ed il mar Tirreno, il Promontorio del Circeo e le Isole Ponziane.  

Nelle fonti si trovano leggende che narrano le origini divine di Cori, il cui antico nome era Còra (Còre in dialetto corese arcaico): secondo una di queste narrazioni Cora sarebbe stata fondata dal troiano Dardano, un'altra mitologia racconta che il paese sarebbe stato costruito da un re di Alba Longa, un'altra ancora ci dice che il fondatore fu Enea. Dopo che il paese fu distrutto, Corace, un reduce della guerra di Troia, sarebbe approdato sui resti dello stesso, lo avrebbe ricostruito, dandogli il suo nome. Il nome potrebbe derivare in realtà dal latino arcaico Corax (Corvo), inteso come animale totemico

Cori è dunque l'antica città di Cora che il mito vuole fondata in un periodo tra il XIII ed il XII secolo a.C. Recenti scoperte archeologiche hanno rilevato la presenza stabile di un nucleo abitativo risalente all'Età del Bronzo. Le prime fonti storiche annoverano Cora tra le più antiche dei Prisci Latini, l'originario nucleo di popoli di stirpe latina organizzati in una federazione di stati sovrani. Successivamente il territorio fu invaso dai volsci, un popolo di origine umbra. Cora godeva di piena autonomia tant'è vero che coniava una propria moneta denominata "corano". Nell'anno 642 a.C. il Re Tullo Ostilio, dopo la distruzione di Alba Longa, chiese la sottomissione delle città Latine. A tale pretesa la Lega Latina rispose con la guerra. La coalizione venne guidata da Publicio Anco di Cora. Al termine del conflitto 300 ostaggi di Cora e di Pometia vennero trucidati nel Foro Romano da Appio Claudio. Allo scioglimento della Lega Latina e la sottomissione a Roma delle singole città che la componevano, Cora ottenne la condizione di città federata, ovvero di stato alleato, che mantenne fino alla riforma generale amministrativa dell'Italia attuata da Roma dopo la guerra civile 

corinorbatempioIl nostro tour archeologico inizia dal Tempio di Ercole (inizio I secolo a.C.) che si trova sull'Acropoli dell'antica Cora, in quella parte della città che oggi è Cori alto L’edificio, ricostruito dopo la rovina dovuta ai bombardamenti della seconda guerra mondiale recentemente ripulito e restaurato  è di ordine doricoprostilotetrastilo (monumento nazionale). L’armonia delle forme colpisce e affascina i visitatori e la posizione lo rende ancora di più un monumento di eccezionale bellezza. 

La visita continua con le Mura ciclopiche, la cui cinta conservata è di circa 2 km. È realizzata in opera poligonale di prima maniera (VI-V secolo a.C.) e restaurata in epoche diverse, una prima volta in opera poligonale di III maniera (IV-III secolo a.C.) ed una successiva volta con un'opera di ricortinatura in opera incerta e l'aggiunta di torri (fine del II secolo a.C.). Lungo il percorso delle mura tre Porte (Romana, Ninfina, Signina) permettevano l'ingresso alla città; erano di tipo sceo. Di esse soltanto Porta Ninfina si era conservata fino ad epoca moderna, ma è stata distrutta durante la seconda guerra mondiale. Una copia è stata ricostruita nel 1984 in occasione del Palio dei Rioni di Cori. Sempre in opera poligonale all'interno della cinta muraria sono le tante opere di sostruzione che creano una serie di terrazze che hanno determinato lo sviluppo urbanistico dell'antica Cora; tra le tante, sono notevoli: la sostruzione che sostiene il Foro, attuale zona di via delle Colonne; la sostruzione posta a fronte dell'edificio del Comune in piazza papa Leone XIII e la sostruzione, davanti l'edificio scolastico "Massari" a sostegno dell'Acropoli. Famose le incisioni della cinta e delle rovine di Cora fatte da Giovanni Battista Piranesi nel 1764. 

Le torri romane giunte sino a noi sono quattro: tre si trovano a Cori Monte, di cui due nell'attuale Piazza Signina (compresa la più importante: la Torre di Silla), mentre un'altra si trova nel fosso di Piazza della Croce a Cori Valle.  

Un altro monumento ben conservato è il Ponte romano della Catena che consentiva e consente tuttora di attraversare l'omonimo fosso della Catena nei pressi di porta Ninfina; il ponte è ad un solo arco alto circa 20 metri ed è realizzato in opus quadratum, i fianchi sono in pietra mentre la curvatura è di materiale tufaceo. Da segnalare che in Piazza della Croce era presente un altro ponte della stessa epoca del Ponte della Catena, che è stato interrato insieme al fosso negli anni 1970

Scenografico il Pozzodorico, grande piazza sottostante l'area del Foro e che poggia su un grande edificio di epoca romana (II secolo a.C.) composto da quattro ambienti ed una cisterna. Molto belli anche i resti del Tempio dei Dioscuri, stretti fra le abitazioni, ma che con l’imponenza delle due superstiti colonne corinzie danno appieno l’idea delle dimensioni dell’edificio. CoriNorba9colonne

Visita molto interessante, ma con l’amarezza di trovare tutto chiuso, compreso il Museo Archeologico e inoltre constatare che l’accoglienza turistica è praticamente nulla. Nessun negozio, o cartoleria o altro ove acquistare pubblicazioni o cartoline, cosa che all’estero è impensabile. 

La nostra meta successiva è il Parco archeologico di Norba. Le rovine si trovano a poche centinaia di metri dall’abitato di Norma.

All’ingresso siamo accolti dall’archeologa Beatrice Cappelletti. La dottoressa, che ci guida alla scoperta della città è una profonda conoscitrice di tutto l’abitato e ci fa notare particolari archeologici che anche al più attento ed esperto visitatore sicuramente passerebbero inosservati.

Competente ed entusiasta ci conduce fra le vie della città soffermandosi su ogni domus, su ogni monumento di rilievo e su ogni più piccolo particolare, descrivendone tecniche costruttive, materiali e storia. 

Per quanto riguarda la storia la bibliografia che ho consultato mi dà lo spunto per mettere al corrente il lettore che leggenda narra che la città  fu fondata da Ercole o dai ciclopi ma la sua origine è da ricondursi al VII secolo a.C. quando un nucleo originario faceva già parte della Confederazione Albana. Inizialmente ostile a Roma, nel 492 a.C. diventa colonia romana e la vede al suo fianco in molte guerre vittoriose, tra cui quelle Puniche. Purtroppo la guerra civile che si scatenò tra le fazioni contrapposte guidate dai consoli Mario e Silla segnò l’inizio della fine di questa gloriosa città. 

Norba infatti appoggiò apertamente Mario e, dopo la sconfitta di quest’ultimo, la città fu considerata da Roma come una traditrice. Così, poco prima che le truppe di Lepido, comandante fedele a Silla, giungessero a distruggere Norba, gli abitanti decisero di dar fuoco alla città e di uccidersi l’un l’altro pur di non subire la feroce rappresaglia di Roma. Così, anche se qualche abitante rimase a popolare l’altura di Norba, si può praticamente dire che la storia della città termina proprio con quest’episodio avvenuto a cavallo tra l’80 e l’81. Si ritorna ad avere notizie di Norba solo nel 771 d.C. quando l’imperatore di Bisanzio Costantino V Copronimo donò a papa Zaccaria i possedimenti di Norba e delle terre sottostanti .  Così la città visse di nuovo un periodo di popolamento dovuto anche al fatto che molti dei templi di epoca romana vennero trasformati in chiese.

12corinorba12Intorno al X secolo, quindi, Norba diventa possedimento papale e addirittura sede vescovile. Subito dopo l’anno mille, per motivi non ancora chiari, ma presumibilmente per una migliore difesa dalle scorrerie saracene, Norba andò lentamente spopolandosi a favore della vicina Vicolo, primo “oppidum” dell’attuale Norma

Norba diventa una città fantasma intorno al XII secolo per non essere mai più popolata. In ogni caso però fu proprietà di molte nobili famiglie tra cui i Conti di Tuscolo, i Frangipane, i Colonna e i Caetani. 

Le  mura, costruite con grandi blocchi di pietra calcarea posti a secco, e quindi dette poligonali, si estendevano per 2662 metri racchiudendo un’area di circa 38 ettari. Al suo interno passavano le due importanti vie del cardo e del decumano che uscivano dalle mura attraverso quattro porte. 

La Porta Maggiore, quella meglio conservata e da cui si accede alle rovine, la Porta Ninfina, la Porta Occidentale e la Porta Signina. Oltre a queste grandi porte, dato che Norba era una città prevalentemente difensiva, ne esistevano altre più piccole. Queste, perfettamente nascoste, erano chiamate “posterule” e servivano per il passaggio dei soldati in caso di attacco.

Nel tessuto urbano erano presenti, su due diverse alture, un’acropoli chiamata “maggiore” e un’altra, il nucleo più antico della città, detta “minore”. Tra queste due alture sorge una particolare struttura che presumibilmente doveva essere uno dei primi prototipi di terme, chiamata “castello delle acque”. A fianco dell’acropoli maggiore, in un’area abbastanza vasta, troviamo le rovine di quello che doveva essere il foro e il centro di tutta la comunità.

Vicino al foro sorgevano quattro templi di cui oggi rimangono solo i basamenti. Due erano dedicati a Giunone e Diana e atri due di cui non si conoscono le divinità che venivano adorate. Oltre a queste grandi strutture, all’interno delle mura sono ben visibili le cisterne per la raccolta dell’acqua, alcuni pozzi, passaggi sotterranei e tratti di pavimentazione stradale ancora ottimamente conservati. Quello che però balza di più all’occhio sono i giganteschi terrazzamenti di livellamento e contenimento presenti intorno alla collina ove sorgono le rovine. Infatti questa grande opera serviva per annullare il dislivello provocato dalla stessa conformazione del terreno posto in declivio.

Di particolare interessa anche le domus che incontriamo lungo il percorso che sono riconoscibili sia dalla tipica pianta con l’affaccio sulla strada principale e che come tutte le case romane sono scostituite da un ingresso, un atrio con impluvium , e con gli ambienti classici, Triclinium, Tablinum e ambienti dei servizio a corona.

Le soglie, e le diverse pavimentazioni, ci danno anche informazioni sullo status dei proprietari e determinano anche un limite stesso alla proprietà.

IL 21 giugno scorso, si è svolta a Norba una bellissima manifestazione di Musica, intitolata Tra terra e Cielo sul sito archeologico.

Durante la manifestazione, i visitatori hanno potuto degustare vini e olio della zona offerti dalle aziende del territorio.

Norba, una realtà unica, imperdibile che invito a visitare, ritenendola una vera e propria eccellenza della nostra archeologia.