Il 7 novembre scorso, il Dipartimento di Scienze dell’Antichità dell’Università di Roma Sapienza ha presentato un aggiornamento sugli scavi in corso presso il complesso del Santo Sepolcro a Gerusalemme.
Gerusalemme. Il Santo Sepolcro. Crediti Daniele Pellegrini
Durante il periodo di Adriano (II secolo d.C.), l’area fu inclusa nel perimetro urbano di Gerusalemme e subì opere di livellamento, facilitando il collegamento con le vie cittadine.
Gli scavi suggeriscono la presenza di una struttura di culto romana che rendeva inaccessibile la tomba venerata fino all’età costantiniana ma ne conservava la memoria per i pellegrini.
Nel IV secolo, sotto l’imperatore Costantino, l’area fu trasformata: la collina venne spianata e una camera funeraria risparmiata, iniziando il processo di monumentalizzazione del sito. Questo primo santuario, probabilmente all’aperto, era circondato da colonne e presentava un’anticamera con gradini, permettendo lo svolgimento di cerimonie anche durante i lavori di costruzione della Rotonda.
Ilcomplesso santuariale, completato alla fine del IV secolo, offriva ai pellegrini un percorso rituale attorno ai luoghi di culto, riparati da portici e collegati alla basilica cristiana, riprendendo le tradizioni dei santuari precristiani.
Questa mappa della basilica del Santo Sepolcro evidenzia in sei colori le aree di scavo via via indagate nel corso del 2024. In grigio sono invece caratterizzate le aree già indagate nel 2022 e 2023.
Le indagini proseguiranno nella navata nord della chiesa e sulla documentazione degli annessi, contribuendo alla conoscenza approfondita di uno dei luoghi di culto più importanti del cristianesimo.