A Tollo (Chieti) il primo PRG del Cibo
Urban Food Planning e Piani Regolatori delle Città del Vino. Il comune abruzzese ha sviluppato un progetto condiviso con associazioni, scuole, imprenditori, cittadini che adesso entra in azione. Quattro grandi aree d’intervento e tante piccole iniziative: prodotti tipici, formazione, impatto ambientale, cultura del Bio
E’ l’Abruzzo, con il comune di Tollo (Ch), il territorio che per primo in Italia che decide di adottare il Piano Regolatore delle Città del Vino, Il PRG, definito secondo i criteri dell’Urban Food Planning, è stato elaborato dal professor Davide Marino docente di Economia del Gusto all’Università del Molise. In corso di adozione, nella fase preliminare si sono tenuti numerosi incontri tra il Comune e tutti i soggetti potenzialmente interessati che operano sul territorio, preliminari alla stesura di una prima indagine esplorativa e di una lista di obiettivi per valorizzare la qualità del sistema agroalimentare di Tollo, garantire un cibo sano e nutriente all’intera popolazione evitando sprechi. Ma anche per trasferire la cultura del turismo esperienziale in un’ottica di sviluppo sostenibile.
“Elaborare una proposta di piano del cibo è stato un passaggio di grande valore, comunque coerente con la politica decennale del Comune in tema di gestione del territorio, difesa del suolo, valorizzazione dei prodotti tipici e creazione di una destinazione turistica - afferma il sindaco della Città del Vino di Tollo, Angelo Radica -. Il piano è realizzato con il pieno coinvolgimento di scuole, associazioni, imprese e cittadini incontri diretti e spazi di incontro virtuale”.
Il PRG del Cibo nasce dalla necessità d’aggiornare il Piano Regolatore delle Città del Vino, ovvero quell’insieme di indicazioni operative che l’Associazione Nazionale con sede a Siena fornisce agli oltre 430 Comuni associati fin dal 1998, anno della prima elaborazione, come validi criteri per una corretta gestione del territorio in termini urbanistici, ambientali, energetici, socio economici.
Il Piano prevede una serie di macro-progetti con vari sotto-progetti, per ognuno dei quali sono state descritte finalità, azioni pratiche e criticità. Ad esempio: risorse e pre-condizioni, soggetto attuatore, tempi d’attuazione, fabbisogni finanziari, fonti di finanziamento, priorità dell’azione, impatti attesi, indicatori di output, sinergie e feedback fra le varie azioni; il tutto elaborato su scala comunale senza perdere di vista le interconnessioni possibili con i territori confinanti.
Ogni sistema urbano che decide di dotarsi di una Politica del Cibo deve scegliere i suoi obiettivi – e le relative azioni – sulla base di una fattori variabili e specifici, dal contesto geografico alle aspettative della popolazione, dalle problematiche connesse al sistema alimentare alle caratteristiche del modello agricolo locale.
Invece i quattro macro-progetti individuati toccano i seguenti aspetti. Primo: produzioni tipiche, capacità di accoglienza del territorio, coinvolgimento dei cittadini/consumatori in forme d’acquisto e consumo dei prodotti agroalimentari. Secondo: formazione nelle scuole su agricoltura, valorizzazione dei prodotti, biodiversità, terreni abbandonati e incolti per offrire lavoro. Terzo: certificazione del territorio Carbon Free per il bilancio a carbonio zero, diminuendo l'impatto ambientale, sprechi alimentari e aumentare raccolta differenziata. Quarto: bioedilizia, sviluppo di politiche Bio a tutto campo e organizzazione di eventi, sagre e manifestazioni folkloristiche legate alla cultura contadina del luogo attirando nuovi turismi attenti all’ambiente.